Magazine Diario personale

Uno, Cento, Centomila

Da Sfollicolatamente
Uno, Cento, Centomila Amore mio bello Picca Gaia della mamma, oggi e' il tuo compleanno.
Si, perche' noi grazie alla Fivet sappiamo con esattissima precisione che un anno fa ovetti e spermini si davano alla pazza gioia nel penthouse di cristallo e davano origine all'embrione che sarebbe cresciuto in me e sarebbe diventato te.
Non eri tu, no, per me in quelle cellule non c'era ancora un essere umano, almeno questo e' il mio modo di vedere le cose, di raccontarmele. Ma c'era l'inizio di te, le prime cellule, un immenso potenziale che si e' andato via via restringendo fino a formare te.
Oggi voglio finalmente cominciare a riempire quel famoso album del neonato (e bada ben che questo e' un grande onore, che quello del matrimonio tra me e DH giace intonso da 6 anni!), quello che sfoglieremo insieme quando avrai qualche mese in piu', e attraverso il quale ripercorreremo la tua storia.
Partiremo da questo post qui, in cui io e le tue blog ziette giocavamo a dare i nomi ai follicoli.
C'erano:
Ramarro/Camaleonte
Razza
Pokinf
Ciccio Pelliccio & Rif-Raf
Pisolo
Auciddhuzzu
Pitumpo
Gnappo
e infine, last but not least:
Lastino
Tra l'altro mi pare che uno di questi fosse stato ribattezzato Rocco Siffredi, perche' ce n'era uno che fin dall'inizio aveva fatto lo sbruffone ed era sparato in pole position, il piu' grande di tutti. Ma forse questa parte la omettiamo, per ora.
Poi ci mettero' la foto dei due fortunati embrioni che sono stati trasferiti tra le confortevoli mura domestiche. Uno e' bello, perfetto e in forma smagliante. L'embriologa gli aveva dato il massimo dei voti. L'altro e' un po' piu' sgarrufato, bitorzoluto, indeciso se fare le bolle o le stelle filanti.
Non sapremo mai da quale dei due embrioni tu sia stata originata.
E personalmente trovo che questa sia una delle parti piu' belle di questa storia. Perche' in tutta questa precisione, in tutta questa scienza, in tutta questa esattezza, alla fine il mistero della vita e' sempre li, impenetrabile e beffardo. Alla fine nessuno ci ha capito piu' niente, come in un gioco di carta che vince carta che perde. E a noi per un soffio e' andata che abbiamo vinto.
Ma non c'e' niente di cui prendere credito, 'nothing to take credit for', dicevo tempo fa alla mother-in-law. Non siamo noi che siamo stati bravi: semplicemente, tu ti sei attaccata da brava Alpina Picconatrice che sei, e noi abbiamo ricevuto un dono meraviglioso.
Perche' tu sei un tesoro speciale, ancora piu' speciale perche' sei nata anche grazie al gesto di un uomo generoso, che ci ha prestato i suoi semini, e ci ha dato la possibilita' di essere una famiglia, a noi e ad altre 9 famiglie.
Non e' meraviglioso?
Ecco, guarda, questa e' la lettera che mamma e daddy hanno scritto a questa persona per ringraziarla.
(e qui ho una lacuna, non ho ancora trovato le parole per scrivere la lettera, ma lo faro' oh si se lo faro', e presto verro' a richiedere la vostra preziosa consulenza, quindi preparatevi ragazze che qui bisogna far colpo sul Pilota!)
Lo so che questo non e' il tuo compleanno 'normale', ma per me questa data sara' sempre speciale, e te ne parlero' ancora e ancora, finche' tu non ti stuferai di questa vecchia tiritera degli embrioni e mi darai dell'arteriosclerotica.
A proposito di arterie, oggi e' un giorno speciale anche perche' il tuo nonno, il Gufo, ha preso forza e coraggio e si sta facendo ispezionare le arterie ben benino. Cosi se c'e' qualcosa da mettere a posto, lo fanno, e domani e' pronto per farsi riattaccare l'ala.
Non c'e' che dire, in famiglia Sfolli non ci facciamo mancare le sfighe.
Ma queste sfighe hanno sempre portato la Vita.
E noi oggi festeggiamo la Vita, e anche i tuoi primi 100 giorni a questo mondo.
E allora, Cento000* di questi giorni, Picca Gaia!
Che il tuo piede possa posare libero su questa terra e tutto l'amore che ha da offrirti.
Ho posato l'orecchio sopra il cuore
della terra.
Parlava d'amore, del suo amore
per la pioggia,
la terra.


Ho posato l'orecchio sul liquido cuore
dell'acqua.
Il mio amore, l'amor mio
è la sorgente, cantava
l'acqua.
L'ho posato sul cuore

dell'albero.
Della sua folta chioma,
- l'amore suo - diceva,
l'albero.
Ma quando accostai l'orecchio

all'amore stesso,
che non ha nome,
era di libertà che parlava,
l'amore.
SHERKO BEKAS

Uno, Cento, Centomila
* che poi sarebbero 275 anni. Alla faccia dei Maya ;-)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :