"Le elezioni le rivinco e al Quirinale andrò io, in ogni caso, nonostante i loro giochini". Così parlò Berlusconi intervenendo telefonicamente all'assemblea del Pdl di Milano. A chi lo considera ormai una sorta di dead man walking, Silvio ha fatto sapere di essere più vivo e vegeto che mai, combattivo e sicuro di sé come non gli era mai accaduto perchè lui è un combattente nato e tutti gli altri sono delle mezzeseghe. Incurante di quello che dice, purchè lo dica, Berlusconi diventa patetico quando tira in ballo l'età dei "professionisti della politica che si propongono quando Blair scrive le sue memorie". Chiara l'allusione a Casini e soprattutto al suo ex delfino Gianfranco Fini, e tutto sommato avrebbe anche ragione se non fosse egli stesso un ultrasettantenne in preda a un evidente delirio di onnipotenza senile e una pericolosissima sindrome pre mestruale. Perché se uno domanda a Silvio quanti anni ha la sua risposta è "dio non ha età". Ora se n'è uscito pure con la storia della doppia fiducia e dell'unica votazione in caso di una disparità di visione politica da parte della Camera e del Senato. Lui, che ha la memoria corta solo per le cose che gli convengono, dimentica sempre che Prodi aveva alla Camera una maggioranza solida e che si dimise perché gli venne a mancare quella del Senato. A nessuno, tantomeno a Prodi, venne in mente allora di chiedere a Napolitano di votare solo per il Senato, a Silvio si. Insomma per lui che è abituato a fare e disfare come meglio gli aggrada, il Presidente della Repubblica non è che uno spiacevole incidente di percorso sulla strada del suo impero, forse è per questo che mira a soffiargli il posto. Proprio ieri, dopo l'amara delusione per la sconfitta della Ferrari nel mondiale piloti (a proposito, avete sentito la richiesta delle dimissioni di Montezemolo da parte della Lega? A quanto pare non s'intendono solo di trattori ma anche di strategie di formula uno), abbiamo avuto un incubo. Mentre da Milano filtravano le parole di Berlusconi alla convention del Pdl, noi lo abbiamo immaginato al posto di Napolitano mentre faceva giurare il nuovo presidente del Consiglio (Marina Berlusconi) e i ministri dell'unico governo possibile tra cui Piersilvio agli Esteri, Barbara alla Cultura, Veronica Lario (così non sarebbe più costretto a versarle l'assegno di mantenimento) alle Pari Opportunità, Ghedini alla Giustizia, Letta alla Temperanza e Bondi alla Carità. Presidente del Senato Emilio Fede, presidente della Camera Alessandro Sallusti, quello delle "armi in pugno" per evitare un altro Piazzale Loreto. Leader dell'opposizione, perchè lo sceglierebbe lui, Vittorio Sgarbi che sarà pure un bastian contrario ma Silvio sa che con lui è solo un problema di "quanto". Dopo aver nominato un governo così composto, lui che è un democratico passerebbe a risolvere la spinosa questione della Rai, poi delle testate giornalistiche comuniste, poi del tribunale dei minori di Milano e infine quello di un po' di procure sparse in tutta Italia che insistono a ficcare il naso nei suoi affari. Questo il suo mondo ideale e il nostro incubo peggiore. Ma stasera c'è Vieni via con me. Fini e Bersani andranno a leggere la loro lista della spesa di destra e di sinistra. Povero Masi, non se lo fila più neppure l'usciere di viale Mazzini.
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Uno scenario da brivido. E Orwell ride.
Creato il 15 novembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
"Le elezioni le rivinco e al Quirinale andrò io, in ogni caso, nonostante i loro giochini". Così parlò Berlusconi intervenendo telefonicamente all'assemblea del Pdl di Milano. A chi lo considera ormai una sorta di dead man walking, Silvio ha fatto sapere di essere più vivo e vegeto che mai, combattivo e sicuro di sé come non gli era mai accaduto perchè lui è un combattente nato e tutti gli altri sono delle mezzeseghe. Incurante di quello che dice, purchè lo dica, Berlusconi diventa patetico quando tira in ballo l'età dei "professionisti della politica che si propongono quando Blair scrive le sue memorie". Chiara l'allusione a Casini e soprattutto al suo ex delfino Gianfranco Fini, e tutto sommato avrebbe anche ragione se non fosse egli stesso un ultrasettantenne in preda a un evidente delirio di onnipotenza senile e una pericolosissima sindrome pre mestruale. Perché se uno domanda a Silvio quanti anni ha la sua risposta è "dio non ha età". Ora se n'è uscito pure con la storia della doppia fiducia e dell'unica votazione in caso di una disparità di visione politica da parte della Camera e del Senato. Lui, che ha la memoria corta solo per le cose che gli convengono, dimentica sempre che Prodi aveva alla Camera una maggioranza solida e che si dimise perché gli venne a mancare quella del Senato. A nessuno, tantomeno a Prodi, venne in mente allora di chiedere a Napolitano di votare solo per il Senato, a Silvio si. Insomma per lui che è abituato a fare e disfare come meglio gli aggrada, il Presidente della Repubblica non è che uno spiacevole incidente di percorso sulla strada del suo impero, forse è per questo che mira a soffiargli il posto. Proprio ieri, dopo l'amara delusione per la sconfitta della Ferrari nel mondiale piloti (a proposito, avete sentito la richiesta delle dimissioni di Montezemolo da parte della Lega? A quanto pare non s'intendono solo di trattori ma anche di strategie di formula uno), abbiamo avuto un incubo. Mentre da Milano filtravano le parole di Berlusconi alla convention del Pdl, noi lo abbiamo immaginato al posto di Napolitano mentre faceva giurare il nuovo presidente del Consiglio (Marina Berlusconi) e i ministri dell'unico governo possibile tra cui Piersilvio agli Esteri, Barbara alla Cultura, Veronica Lario (così non sarebbe più costretto a versarle l'assegno di mantenimento) alle Pari Opportunità, Ghedini alla Giustizia, Letta alla Temperanza e Bondi alla Carità. Presidente del Senato Emilio Fede, presidente della Camera Alessandro Sallusti, quello delle "armi in pugno" per evitare un altro Piazzale Loreto. Leader dell'opposizione, perchè lo sceglierebbe lui, Vittorio Sgarbi che sarà pure un bastian contrario ma Silvio sa che con lui è solo un problema di "quanto". Dopo aver nominato un governo così composto, lui che è un democratico passerebbe a risolvere la spinosa questione della Rai, poi delle testate giornalistiche comuniste, poi del tribunale dei minori di Milano e infine quello di un po' di procure sparse in tutta Italia che insistono a ficcare il naso nei suoi affari. Questo il suo mondo ideale e il nostro incubo peggiore. Ma stasera c'è Vieni via con me. Fini e Bersani andranno a leggere la loro lista della spesa di destra e di sinistra. Povero Masi, non se lo fila più neppure l'usciere di viale Mazzini.
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