Manifestazione contro la violenza sulle donne a Delhi.
Cari lettori, con ritardo (e me ne scuso) segnalo oggi un articolo uscito ieri su La Stampa e relativo a un tema fondamentale per la dignità della persona, in India e non solo: la violenza sulle donne. Di seguito, l’articolo uscito sul quotidiano torinese a firma di Ilaria Maria Sala.
«La storia è orrenda, ma almeno per una volta l’India ne parla. A Delhi una studentessa di 23 anni è in fin di vita dopo essere stata attaccata di sera con una sbarra di ferro, violentata in autobus da almeno sei uomini – fra cui anche personale in servizio sullo stesso autobus – e infine scaraventata fuori dal veicolo.
L’India, davanti a questo ennesimo caso di stupro, si è finalmente scandalizzata, e comincia a guardarsi un po’ più attentamente allo specchio, con un dibattito alla Camera che discute proprio della frequente violenza contro le donne e le scarse misure di protezione che il Paese ha finora messo in piedi per contrastarla.
Delhi è una delle città più pericolose per le donne, con 572 casi di stupro denunciati lo scorso anno, e 635 quest’anno . Per quanto, secondo le statistiche nazionali, solo un 30% del totale sia riportato alla polizia, e di questo, solo il 27% si concluda con una pena detentiva per i colpevoli.
Per tutta la giornata di martedì, le due Camere del Parlamento indiano hanno inveito contro la brutalità di quest’ultimo episodio, chiedendo chi la pena di morte per gli stupratori, chi arrabbiandosi con il Congresso colpevole di non far nulla per proteggere donne e ragazze. Delhi è stata dunque soprannominata la “capitale dello stupro”, e i dibattiti oltraggiati alle Camere si alternano a quelli che invece, una volta di più, incolpano donne e ragazze: che si vestirebbero provocanti, o che non stanno a casa quanto dovrebbero.
L’efferatezza di quest’ultima violenza è tale, però, che per una volta almeno ci sono promesse politiche che sia le forze dell’ordine che il codice penale saranno sottoposti a una revisione per far sì che le donne che si muovono nella capitale indiana possano essere meno esposte a rischi. Ma l’impunità storica con cui è stata affrontata la violenza contro le donne fa temere che non basti lo shock di quest’ultimo caso per far davvero cambiare le cose».