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Uomini che odiano le donne ma amano barba e baffi

Creato il 13 luglio 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

In principio era il Verbo, poi l’uomo scoprì il fuoco, la ruota e andò a caccia. Poi andò dall’estetista.
di missannanever

Ecco, io non so di preciso cosa sia successo da quel momento ad oggi, ma qualcosa è cambiato. All’improvviso, girando per le strade di sempre, il paesaggio si è trasformato.

barbone
Da uomini ultra depilati con un incarnato da favola e la pelle più idratata di una foca hanno iniziato a spuntar fuori creature che ritenevo mitologiche: uomini con la barba. E non erano Babbi Natali che si arrampicavano sui muri dei palazzi. Abituata a vedere soggetti barbuti sui libri di storia o nei bar dei reduci, devo dire che i sotto-ottantenni che hanno iniziato a girare spavaldi per le strade con barbe folte e baffi curati hanno destato non poco la mia attenzione. E da lì un crescendo, sempre di più, e ovunque, e soggetti inaspettati, e di qualsiasi tipo, probabilmente sotto i dettami della moda hipster, che ha previsto prima la barba compatta, poi il baffo di stile. Si sono trasformati all’improvviso tutti in filosofi, alla moda.

Sì perché questo gap evolutivo  non ha condotto il maschio alla trasandatezza o trascuratezza che una folta barba può far presupporre, anzi, la ricerca dello stile è meticolosa, la cura della barba stessa è scrupolosa e richiede tempo

ricki hall
, con shampoo e pettine imperativi. Sorprende anche che sia un fenomeno assolutamente non locale ma globalizzato, abbracciando anche il settore della moda; credo a tal proposito che l’esponente al momento più in voga sia il modello Ricki Hall, bandiera dei più accaniti fan della barba e delle donne che ne subiscono il fascino. Fisico scolpito, tartaruga  portentosa e una faccia molto barbuta, molto baffuta. E se per la barba basta che sia folta e ben curata, sul baffo ci si può sbizzarrire : naturale, dalì, kaiser, vittorioemanuele, cinese. La moda di adesso è il felice risultato di un’unione tra un narcisismo virile e un aspetto un po’ più intellettuale.

Ho potuto di recente però constatare una sottocategoria, la fronda protestante del beardinesimo (beard – barba), che personalmente trovo ancora più antropologicamente affascinante. Non è ancora così diffusa, è poco compatta e non alla luce del sole; si compone di maschi che dal prototipo barbuto come sopra definito decidono di deporre le difficili armi della ricercatezza e della meticolosa cura del proprio corpo per abbandonarsi alla più completa primitività. Barba folta sì, ma assolutamente non curata; lunga per pigrizia, informe per noncuranza, sporca perché un uomo vero non si lava mai.

Definirei questi esemplari, non (ancora) famosi come Ricki Hall, l’espressione del maschio alfa del ventunesimo secolo. Si fanno crescere la barba non perché è alla moda e dà quel tocco intellettuale che non guasta mai, no, se la fanno crescere perché non potrebbe non essere così, perché l’uomo ha la barba come il leone ha la criniera, oppure perché si confondono meglio nelle comunità kebabbare per ottenere lo sconto. Altro che shampoo e pettine: misoginia, schiuma di birra sul baffo e rutto libero. Fisico scolpito e camicia? No, pancia gonfia e maglietta con la macchia di salamella del barbecue della settimana prima.

barba

Insomma, il sogno di ogni donna.


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