Magazine Coppia
Parliamo tanto delle donne che si struggono d'amore, che fanno sacrifici per compiacere i loro partner, proviamo compassione per loro, empatia, ci dispiace vederle così, ma c'è un altra categoria che si comporta nel medesimo modo e che viene ignorata dai più e derisa da molti, l'uomo-zerbino.
Sempre più spesso il vero sesso forte è quello femminile con uomini ridotti a sparring partner se va bene o a muli da carico post shopping nella maggioranza dei casi.
L'uomo zerbino è quello che prima che arrivasse lei aveva qualunque cosa della sua squadra del cuore, dal cappello al preservativo, dopo non viene a vedere la partita perchè " devo andare a fare un giro in un negozio di calze etniche".
Quello che senza di lei sembra una macchina costruita in Brasile tanto macina etanolo, ma in presenza dell'arpia "Bevo un succo che c'ho un pò d'acidità"
Quello che era una fonte inesauribile di scherzi e battutacce, un mattatore inesauribile e ora sembra uscito da un film muto perchè tanto parla lei, sempre lei, soltanto lei.
Quello che dentro al bar sembrava il pr di una discoteca, saltellava ,leggiadro, tra un tavolo e l'altro e ora non si discosta di più di due centimetri dal tavolo dove Lei è seduta.
Quello che prima il film più intellettuale che avesse visto era "la Soldatessa alle Grandi Manovre" e ora va a vedere film polacchi in lingua originale.
Quello che non ha mai niente in vita sua oltre la Gazzetta e Picasso pensava fosse un attaccante brasiliano, e ora passa la domenica pomeriggio ad una mostra di impressionisti francesi.
Quello che prima aveva il disordine come filosofia e ora il Loro appartamento sembra un reparto ospedaliero, odore di disinfettante incluso.
Quello che faceva le vacanze "culturali" a Ibiza per imparare la lingua, tanta lingua, e ora fa le vacanze "di svago" all'abbazia dei monaci di clausura sordi.
Quello che aveva una vita piena e ora è pieno della vita di un'altra.
A le "simpatiche" ragazze che fanno finta di non accorgersi del trattamento che infliggono ai loro consorti vorrei ricordare che l'Italia ha abolito la schiavitù nel 1935.
A loro non posso che esprimere il mio cordoglio, la mia compassione e qualche volta nei loro occhi vedo la disperazione del tossico che è entrato in un tunnel da cui non sa più come uscire. Forse sarebbe il caso di aprire un numero verde di sostegno.Probabilmente sarebbe perennemente intasato