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UOMINI e TOPI: da Broadway ai cinema italiani

Creato il 03 marzo 2015 da Masedomani @ma_se_domani

Lennie e George sono amici d’infanzia. George ha promesso alla zia dell’amico che si sarebbe sempre occupato di lui. Lennie è un uomo onesto, un lavoratore instancabile, ma ha un ritardo mentale il che da un lato lo rende una persona semplice e infantile, dall’altro lo porta a essere una variabile impazzita, soprattutto perché ogni tanto sfugge al suo controllo l’immensa forza fisica che lo contraddistingue. Lennie ha una propensione a cacciarsi nei guai e nel sud della California, durante gli anni successivi alla Grande Depressione, tutto questo può facilmente condurlo su un sentiero senza ritorno. Uomini-eTopi_poster

Ed è così che i due uomini, appena arrivati in un nuovo ranch, si troveranno faccia a faccia con l’ineluttabile.

John Steinbeck, uno dei padri della letteratura americana, con la sua novella “Uomini e Topi” strega tutti. Da noi è Cesare Pavese a tradurlo quasi subito. Il racconto è la fotografia di un sogno, quello americano, che s’infrange senza pietà, narra lo scontro tra le fantasie e l’amara realtà che punisce gli anelli più deboli della catena. Non solo. Mostra anche il lato più bello dell’amicizia, quella fiducia cieca nei confronti dell’altro che ci può portare a mettere nelle sue mani il nostro destino. Lennie e George sono l’emblema di tale forte legame, si prendono cura dell’altro e ambiscono ad una vita tranquilla. Quando il caso, le avversità e la sfortuna li prenderanno di mira, l’happy ending diventerà solo un miraggio.

Il testo si presta a passare di teatro in teatro. Non stupisce che sia in scena Broadway, colpisce ciò che su quel palco accade. Ci illudiamo di sentire l’eco delle pagine del libro sfogliate nel buio, gli attori sono talmente magnetici da attirarci al loro fianco e dopo poco riescono addirittura a farci dimenticare che stiamo fissando, quasi ipnotizzati, una scenografia e non un vero tramonto. Poche battute e crediamo di sentire il rumore della notte, di vedere i rami che scoppiettano sul focolare e di avere le narici piene dell’odore dei fagioli in scatola appena aperti.

Chris O'Dowd and James Franco - Photo by Richard Phibbs

Chris O’Dowd and James Franco – Photo by Richard Phibbs

I due buoni amici hanno il volto di James Franco e del comico Chris O’Dowd. E a strabiliarci, a lasciarci senza fiato, sbalorditi, rapiti, è proprio quest’ultimo. L’attore irlandese è mastodontico, e non parlo del suo metro e novantuno centimetri (stacca di almeno una spanna il resto del cast), ma della sua espressività e dell’aderenza col personaggio: il suo Lennie è esattamente come lo abbiamo sempre immaginato, visto e voluto.

Ci sono volte in cui un’opera teatrale dura anche tre ore, ma non si avverte alcun peso. A Broadway, ciò accade di frequente. Basta prendere un testo magnifico, darlo in mano a degli attori abili nell’abbattere la distanza col pubblico e far in modo che contagino i presenti con la loro passione. Tutto è reale, tutto respira e ci ricorda quanto l’amicizia, la lealtà e il fare le cose per bene possano non bastare a salvarci. La disillusione e l’essere destinati all’infelicità sono davanti a noi e, nelle giornate buie, rivederli ci fa sentire meglio.

James Franco and Chris O'Dowd - Photo by Richard Phibbs

James Franco and Chris O’Dowd – Photo by Richard Phibbs

Una volta in più, ci rendiamo conto che certe cose nella vita si ripetono ancora e ancora. Mai come oggi, stretti nella morsa della crisi economica, siamo tutti un po’ Lennie e un po’ George, destinati alla irrealizzazione e, nei casi più sfortunati, all’infelicità  cronica proprio come nel capolavoro di Steinbeck.

“Uomini e Topi” oggi è in sala grazie a Nexo Digital, ennesima occasione di vedere una sublime pièce senza prendere un aereo, questa volta sino a New York City. L’elenco dei cinema aderenti all’iniziativa è QUI.

E noi rileggiamo il libro dopo essere stati ammaliati una volta in più da questa storia tanto straziante quanto moderna.

Vissia Menza


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