NON siamo così, quando laviamo per terra.
In controtendenza con uno dei motivi d’orgoglio femminile dell'essere multitasking, io ammiro con stupore infantile gran parte degli uomini quando sono in azione. Iniziano un lavoro, spengono le altre lucette, cancellano ogni altro file aperto, woosh, paraocchi (mentali)attivati, concentrazione, ciack, azione. Chi aggiusta un rubinetto gocciolante per 3 ore, chi controlla le quote condominiali perduto tra i fogli, chi decide di lavare accuratamente l’adorata moto, chi si mette a cucinare, un piccolissimo gesto alla volta, un magistrale ragù, chi risolve un quesito accademico o chi scrive le ordinazioni del tavolo da sei perdendosi nell’elencare i dettagli dei piatti in menù. Una cosa alla volta. Concentrazione più o meno elevata, ma con massima certezza, esclusività d’azione e pensiero. Una specie di limbo sfocato si impadronisce di tutto ciò che aleggia intorno a ciò che fanno, da un punti di vista visivo(puoi passare nuda davanti, non un alzata d’occhi), da un punto di vista mentale (della serie, un nome alla volta, puoi imparare l’elenco telefonico, può sempre essere utile) e da un punto di vista emozionale (la sua donna lo fa impazzire/lo ha lasciato/tradito ecc, lui non piange addosso agli amici, non mangia gelato fino a crisi iperglicemica, non compra sei paia di scarpe, non sviscera i perchè e i se e i forse). Lui lavora. Non in generale sia chiaro. Lui agisce su UN lavoro. E la moto se la lucida con una lentezza esasperante, in ogni centimetro, concentrato come in una meditazione trascendentale, cancella l’universo intorno a se e opera di straccino e spray. La sua espressione facciale si scioglie, nell’azione, la frotne si rilassa, sembra diluire le compressioni in una sola fondamentale, riposante, meglio se fisicamente stancante, ma rigorosamente unica azione.Io ammiro questa capacità di assolutezza d’azione.Vivo nell’opposto. Mentre inizio a separare i panni colorati dai bianchi, mi alzo un attimo a mettere su l’acqua per il cous cous, e già che ci sono, tornando in zona lavanderia, mando un messaggio fondamentale al mio compagno(messaggio che può cambiare il corso della mia vita sentimentale). Mi sdraio un attimo accanto al gatto e dargli un bacio, come fanno i gatti ad essere naturalmente così eleganti? mi cade l’occhio sul portatile, già che ci sono rispondo a una mail del commercialista, si, e poi visto che sono qua, rileggo la poesia che ho scritto stanotte al mio amore. Piango, un po. Mi commuove sempre l’amore. Mi soffio il naso, sgrido in gatto che è ancora lì, ma come fanno i gatti a dormire tutto il giorno? telefono alla scuola per il colloquio con la prof di matematica, chissà se mio figlio riesce a recuperare, poi ritorno a mettere un po di panni colorati sul mucchio dei colorati e rifletto: ma fra qualche anno come saranno le sorti dell’economia italiana? mi conviene tenere i soldi in un conto unico? ma poi, mi dico, che soldi? si, devo fare più soldi, in fondo il sistema pensionistico è drammatico, finirò una senza tetto contornata da animali. Mia figlia sta per diventare adolescente, devo parlarle dell'autostima. Detersivo, si il detersivo sta finendo. Mi ricorda tanto la mia storia d’amore finita, si, ultime gocce profumate si perdono nel lavaggio della vita, devo scriverlo sul blog. Però in fondo i miei capelli sono sempre lucidi, non male. Ah il cous cous. Meglio curry o cardamomo? Sono indecisa, ho deciso, tutti e due. Quanto amo i miei amici, e il mondo invece, guarda che roba, ah si, è deciso, la prossima volta provo una depilazione più audace, e poi ...farà male alle piante il concime chimico?