Qualcuno si chiederà: "Ma cosa c'entra la conferenza di fine anno del presidente del Consiglio con questo blog, che tratta di tutt'altri argomenti?". Ebbene, il discorso di Monti che ho ascoltato oggi nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio ha fatto molte volte riferimento ai figli, ai quali noi genitori, grazie ai sacrifici che siamo tenuti a fare per non scivolare nel baratro, lasceremo senz'altro una situazione economica migliore di quella nella quale ci troviamo oggi. Voglio sorvolare sulla manovra del governo, sulla fase 1, 1 e mezzo e 2, sul decreto 'salva-Italia' e sul programma battezzato oggi 'cresci-Italia'. Non intendo nemmeno ribadire che la manovra - così è - colpisce soprattutto i soliti noti, ovvero i meno abbienti, che magari a costo di sacrifici enormi e senza l'aiuto di nessuno si sono comprati una casa, che per loro resta l'unico risparmio e che non dà loro alcun reddito, e che magari stanno ancora pagandone il mutuo. Non desidero neanche soffermarmi sull'opportunità che anche la Chiesa paghi l'Ici o l'Imu, né sul fatto che perlomeno lo facciano gli immobili commerciali del Vaticano. Ancora, non mi va di parlare della necessità che le frequenze televisive vengano vendute e non, ancora una volta, regalate anche qui...ai soliti noti. Equità, parola-slogan con la quale è stata lanciata la manovra di Monti, non dovrebbe significare che tutti devono pagare, ma che dovrebbe pagare soprattutto chi ha sbagliato: chi ci ha ridotti in questa situazione economica disastrosa. Ovvero i politici che ci hanno governato fino a oggi e la classe dirigente economico-finanziaria che ha fallito ovunque ha operato, sciupando le risorse dei contribuenti e riducendoci alla fame. Ciò di cui mi interessa veramente parlare qui è lo british humour di Monti, il quale, seduto affianco al presidente dell'Ordine dei giornalisti e di fronte al presidente e al segretario dell'Fnsi, ha preso in giro in modo disinvolto un giovane collega giornalista innanzi a una platea di giornalisti, nel giorno dedicato ai giornalisti. Stefano Feltri del Fatto Quotidiano ha chiesto conto al premier dell'acquisto, da parte dell'Agenzia del Territorio, di uova di struzzo decorate per la somma di più di tremila euro. Una cifra irrisoria - è evidente - rispetto al complessivo deficit italiano, ma pur sempre uno spreco sul quale il presidente del Consiglio avrebbe fatto meglio a non ironizzare con frasi come: "La ringrazio per la segnalazione" o "Certamente mi sembra motivo di grande allarme" oppure "Me ne occuperò nella fase uno e mezzo".
Ma ciò che mi ha colpito, più di qualsiasi ironia britannica, sono state le risate dei giornalisti presenti in platea, i quali, invece di solidarizzare con il collega Feltri, lo hanno appunto deriso, mostrando un atteggiamento di totale e conveniente schieramento con il potere. E c'è stato anche chi ha fatto di più che sorridere ovvero il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, il quale ha cercato di censurare, fortunatamente senza riuscire a togliergli la parola, il collega del Fatto Quotidiano quando quest'ultimo ha voluto fare un'ultima domanda al premier.
Insomma, non mi piace né chi fa dello humour dall'alto di una cattedra come fa il professor Monti e né il tutti contro uno. E nemmeno mi piace il giornalismo schierato con il potere, né la mancanza di sensibilità. Faremo dei sacrifici, noi italiani, dal prossimo anno in poi, pagando più tasse di prima per far star meglio i nostri figli in futuro. Ma il presidente del Consiglio faccia anche lui il sacrificio di non ironizzare quando un giornalista mette in evidenza un problema. E i colleghi che non vogliono controllare chi ci governa non deridano chi invece vuole svolgere questa funzione, che la più alta e preziosa che il giornalismo possa offrire ai cittadini.
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