Uova poco.. ortodosse!

Da Spiaggepiubelle

Siamo arrivati qui a Cefalonia giusti giusti per la celebrazione della Pasqua Ortodossa.

Per i greci è una festività molto sentita, simile quanto ad importanza, ci dice Fully, al nostro Natale.

Ci accordiamo quindi di andare insieme, sabato sera ad Argostoli ad assistere alla funzione religiosa.

A differenza delle chiese cattoliche, quelle ortodosse sono molto più piccole e, parere personale, molto più accoglienti.

Sono un’esplosione di colori.

Le volte sono sempre interamente ricoperte di affreschi quasi sempre con il fondo celeste che riprendono scene della vita di Gesù.

Al di sotto di esse, i ritratti dei Santi si alternano incastonati l’un l’altro con le bellissime decorazioni in legno dipinto in oro finemente intarsiate da mani di abili artisti e scultori dei tempi che furono!

Questi capolavori circondano il perimetro intero interno dell’unica navata fino a formare una parete orizzontale che nasconde l’altare.

Esso si può vedere unicamente quando il prete apre la porta centrale.

Poi ci sono dei tabernacoli sempre decorati splendidamente in oro ai lati dell’entrata che è sormontata da meravigliosi lampadari lavorati in ferro battuto che scendono dal soffitto fino a quasi a voler toccare terra .

La liturgia è officiata da due voci, maschile e femminile, che leggono le scritture e alternativamente cantano.

Il prete per la maggior parte della messa non si vede e la gente non partecipa vocalmente al rito.

Alcune persone muovono le labbra senza emettere suono alcuno ma ripetendo le preghiere in un muto raccoglimento.

Ma la maggior parte sembra non interessarsi troppo alla funzione, molti sono impegnati a baciare l’icona con la scena della Resurrezione oppure ad accendere le graziosissime piccole candele votive al lato dell’ingresso.

Ora però la cosa più particolare.

Durante la funzione è usanza far scoppiare piccoli fuochi di artificio, botti e quant’altro, e questo appena fuori dalla chiesa, sull’ingresso, sotto le finestre aperte.

Al primo scoppio siamo sobbalzati ma poi non ci abbiamo fatto quasi più caso visto la frequenza!!

Mi è venuto da pensare ridacchiando se avessimo anche noi italiani quest’usanza cosa succederebbe a Napoli!!!

Alla fine della messa tutte le persone si sono radunate all’esterno, davanti alla chiesa, ognuno di loro con una candela accesa in mano, e da una posizione un po’ più elevata rispetto alla folla, in mezzo a mortaretti, fuochi d’artificio e stelle filanti, il prete ha impartito la benedizione.

Quella sera abbiamo respirato veramente l’aria della fratellanza, del riconoscersi in gesti e riti uguali anno dopo anno, abbiamo sentito il rispetto che i giovani hanno per gli anziani e l’amore di quest’ultimi nei loro confronti.

Poi la festa continua fino a tarda notte ma noi ce ne siamo andati verso casa con la consapevolezza che, se forse sul rito religioso mi rimane qualche perplessità dovuta alla mia ignoranza, la comunità greca invece mi è sembrata una realtà solida, commovente oserei dire, d’altri tempi.

Il giorno dopo, il giorno di Pasqua appunto, verso mezzogiorno Fully è venuta a trovarci e ci ha portato due regali.

Il primo era tre porzioni tre di pecora al forno con patate!!!!

Dopo averla ringraziata non abbiamo esitato e apparecchiato il tavolino sul balcone ci siamo dati da fare per onorare il gradito presente.

Da leccarsi i baffi!

Il secondo dono mi ha riportato indietro di tanti anni, quando anche da noi era usanza scambiarsele di vari colori, usanza purtroppo oramai persa.

Grazie anche per questo Fully e buona Pasqua!

Cico



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