Dopo 35 anni la Regione Piemonte si avvale di una nuova legge urbanistica, in sostituzione della storica legge n. 56/1977.
La nuova legge, pur mantenendo l’articolazione della “storica legge n. 56” – si basa su principi semplici e condivisi:
- un articolato più semplice e chiaro, per aumentare le certezze normative e per favorire gli interventi;
- la scelta di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, limitando l’uso dei suoli agricoli;
- la collaborazione continua con i Comuni, definendo i piani regolatori e le loro principali varianti attraverso le “conferenze di copianificazione”;
-l’ingresso nel mondo della “urbanistica senza carta”, favorendo la gestione delle pratiche solo per via telematica.
“La legge ha preso le mosse dalle proposte presentate, oltre due anni orsono, dall’Anci e dal coordinamento delle associazioni imprenditoriali del Piemonte – ha spiegato l’assessore regionale all’urbanistica Ugo Cavallera – . E’ stata sviluppata attraverso decine di incontri, dibattiti e consultazioni con amministratori, esperti, tecnici e cittadini; negli incontri sono stati raccolti i suggerimenti e chiariti i dubbi di oltre 5000 piemontesi profondamente interessati alla materia. L’iter è stato poi perfezionato in Consiglio, con un’attenta e puntuale analisi sia nella II Commissione, sia in aula”.
Analizziamo le principali novità.
Il Piano regolatore generale diventa lo strumento unitario di governo del territorio su scala locale, per il quale è previsto l’utilizzo di modelli “strutturali”. Le innovazioni non saranno imposte dall’alto ma dovranno, secondo le intenzioni della Giunta, maturare “dal basso”, tramite le proposte dei Comuni e dei loro tecnici.
Introdotti la variante “semplificata” agli strumenti urbanistici derivanti da norme e discipline statali o regionali speciali (accordi di programma, fondi europei, sportelli unici, interventi di recupero urbano)., ma anche gli “accordi territoriali” e “accordi di pianificazione” (per la condivisione e concertazione delle scelte delle politiche territoriali) e i principi della perequazione territoriale e urbanistica. Provvedimenti più precisi ed operativi per le varianti ai Prgc, prevista anche una nuova e più chiara regolamentazione delle “varianti parziali”.
Tra gli obiettivi della nuova normativa si è anche la creazione di un raccordo tra le procedure urbanistiche ed ambientali, con l’introduzione di un coordinamento della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) nelle procedure di pianificazione e di un coordinamento per le procedure per la tutela idrogeologica e sismica del territorio.
Infine sono stati eliminati tutti i riferimenti relativi al regime attuativo delle trasformazioni edilizie, che risultavano ormai in contrasto con la legislazione nazionale.
Il prossimo passo sarà tutto on line. “Ora – ha annunciato Cavallera – predisporremo immediatamente una prima bozza del Codice dell’urbanistica piemontese, raccolta dei principali testi di legge nella loro versione aggiornata che diffonderemo capillarmente, anche tramite associazioni ed Ordini, utilizzando esclusivamente l’informatica”.
“Resta ancora – ha puntualizzato l’assessore all’Urbanistica, Ugo Cavallera- una sfida da affrontare, tipica del nostro Piemonte e dei suoi 1207 Comuni: ben la metà del totale ha difficoltà a gestire la complessità tecnica dell’urbanistica, seppur semplificata, per le carenze di bilancio e di organico. La Regione deve pertanto offrire un rinnovato sistema di aiuti tecnici ai Comuni, nella convinzione che un’urbanistica corretta sia una chiave di sviluppo del territorio: ogni intervento concreto, ogni investimento pubblico e privato ha infatti bisogno di essere recepito da uno strumento urbanistico. Più rapida è l’approvazione del piano, più alta è la sua qualità, migliore sarà il Piemonte”.
Fonte: Regione Piemonte