La vita agra (1964)
Meglio: oggi va in archivio il ventinovesimo anno d’età. In meno di trenta Alessandro s’inventò l’ellenismo. Qui invece non abbiamo un lavoro fisso, né una donna sempre uguale, e neanche una dimora unica. Insomma, detta così, la vedo parecchio buia e ben poco si dà a portata di mano. Siamo nomadi e sradicati, siamo dei passanti sui marciapiedi affollati. Sì lo so non mi balocco con la storia, non sono da illo tempore, o da paradiso perduto. Allora stiamo su questi cazzo di marciapiedi. L’urto è la cifra che qualifica le masse mentre camminano. Sali e scendi e vai e vieni e ops scusi non l’avevo vista, occhio mi ha sfiorato col gomito sinistro, ohhh che paura. L’urto è lo choc. L’imprevisto che stressa e mette spavento. Tocchi la signorina per caso, chiedi perdono alla sparuta e vai. La risorsa dell’urto del passante è la chance, l’opportunità che suggerisce relazioni inedite, nuove conoscenze, contatti mai visti finora. Questo Alessandro non l’aveva. I miei ventinove li registro così, sul flebile dolore della vita che urta in mezzo alla folla e schiude nuovi orizzonti, prospettive autentiche e originali. La chance val bene uno choc. Nell’epoca in cui le vecchie certezze non valgono più, urtare fa bene alla salute.