Risultati dello studio
Fondamentalmente, per i giovani, è come se la Rete avesse superato lo stato di spazio virtuale e sia diventata a tutti gli effetti un luogo fisico dove ritrovarsi con gli amici, un po’ come se fosse la piazzetta del quartiere che un tempo rappresentava il punto di aggregazione per i ragazzi.Su un totale di 2.260 persone di età compresa fra i 18 e i 29 anni che si sono prestate alla ricerca ben il 53% ha risposto che si collega online senza uno scopo preciso, e l’81% ha dichiarato di aver avuto questo atteggiamento almeno una volta.
Sono dati che vanno a peggiorare una statistica già rilevata nel 2009 e che vanno quindi a confermare una generale apatia degli internauti più giovani confermando il fatto che la Rete per loro non ha un’utilità ben definita ma è vista come un territorio.
Situazione confermata spostando l’indagine su un campione dall’età media superiore, fra i 40 e i 64 anni, dove la percentuale di coloro che si collegano tanto per è nettamente più bassa, intorno al 35%.
Gli studiosi hanno anche provato a dare una spiegazione del fenomeno individuando nella banda larga e nella diffusione dei social network il motivo di questo approccio così leggero al mondo di internet, cosa che fa perdere ai giovani anche l’aspetto professionale che la Rete ha, infatti i ragazzi si limitano all’interfaccia senza andare a valutare quanto lavoro ci sia dietro per la creazione di questo o quel servizio.
I giovani online hanno trovato tutto quello che i loro genitori facevano utilizzando il singolo apposito strumento, hanno infatti la possibilità di vedere film, ascoltare la radio, guardare la trasmissione preferite, seguire la squadra del cuore.