Donne, du, du, du; in cerca di guai, donne a un telefono che non suona mai... come questa canzone (Donne di Zucchero), la pubblicità, l’universo dello spettacolo e il mondo del lavoro racchiudono troppo spesso le donne nel cliché “Sois belle et tais-toi” (Fatti bella e taci – titolo di un film francese di M. Allégret (1958), ripreso dal cantante Serge Gainsbourg che dà voce a tutti gli animali, tranne la donna).
Ovviamente, non mancano le eccezioni (come lo attesta la copertina dell’Album “j’accuse” di Damien Saez), ma rimangono pur sempre eccezioni.
I passi verso la pari dignità sono piccoli e lenti.
Così, dopo il conferimento del Premio Nobel della pace a tre donne (alla Presidente liberiana, Ellen Johnson Sirleaf, alla sua compatriota Leymah Gbowee e alla yemenita attivista per i diritti civili Tawakkul Karman), mi è sembrato “normale” dedicare il nostro Speciale all’altra metà del cielo.
Tanto più che, come l’ha asserito Thorbjoern Jagland (Presidente del Comitato norvegese dei Nobel), annunciando i tre nomi: ''Non si può ottenere democrazia e pace duratura nel mondo, a meno che le donne non ottengano le stesse opportunità degli uomini'' per far valere la loro influenza ''a tutti i livelli della società''.
E proprio per uscire dagli stereotipi, chi meglio di una suora per parlarci di sesso (Sesso, suora e Vaticano), un uomo per riflettere sulle quote rosa (Il rosa dona alle donne di Guido Bosticco) - perché senza di loro non ci può essere parità - e una Deputata per risvegliare le nostre coscienze(Quando angherie e soprusi sono “cultura” con l’On. Souad Sbai).