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Uscite discografiche 2010: When The Clouds - The longed - for season

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing


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Non una virgola fuori posto, nulla di disordinato né messo a caso, nella "tanto attesa stagione" di When the Clouds, nome d'arte del salernitano Francesco Galano, autore di un autentico gioiello musicale composto da sei tracce delicate e sognanti.
Rimandi alle dilatate atmosfere scandinave, al post-rock, all'ambient, all'indietronica, tutti elementi armonicamente incastrati in un mosaico di note che, al di là di etichette e generi tanto comodi per chi recensisce e per chi legge, è semplicemente emozione allo stato puro. Emozione che si respira già a partire dall'evocativa e malinconica foto di copertina, opera del belga Pierre Debroux, degno portone d'ingresso in un mondo incantato da esplorare con gli occhi chiusi, le cuffie sulle orecchie e il volume al massimo, magari sciogliendosi in lacrime dopo l'ennesima pessima giornata o, perché no, tradendo un sorriso che racchiude i propri migliori ricordi.

"The longed-for season" è un viaggio che comincia lento, silenzioso, quasi in punta di piedi, con "The dawn and the embrace", pezzo che trasporta l'ascoltatore in un'"alba" dal sole ancora freddo, con le prime note quasi sussurrate, per poi avvolgerlo in un "abbraccio" di archi da brividi. L'atmosfera non si dissolve nei brani successivi, in cui continua l'alternanza di sussurri, ripetizioni ed esplosioni in crescendo in cui diviene ormai naturale il desiderio di abbandonarsi e di lasciarsi trasportare senza remore, come a caccia di una rinascita ("Rise on") o inermi di fronte a un fiume in piena ("Flooding river") o ancora seguendo un sentiero senza conoscerne la destinazione ("The place where the path leads").
Titoli evocativi, che in un album interamente strumentale prendono il posto dei testi riuscendo così ad alimentare, forse in maniera ancora più forte, la fantasia dell'ascoltatore in balìa delle note. E così, anche l'ultima traccia non può che fare da contraltare all'inizio del viaggio, guidando verso la "casa del sonno" ("The house of sleep") con una melodia cadenzata da carillon, perfetta chiusura di un lavoro sorprendente e privo di sbavature.

Pessoa scriveva che le nuvole sono "(...) un passaggio figurato tra cielo e terra, in balìa di un impulso invisibile, temporalesche o silenziose, che rallegrano per la bianchezza o rattristano per l'oscurità, finzioni dell'intervallo e del discammino, lontane dal rumore della terra, lontane dal silenzio del cielo.".
E chissà, magari anche il buon Fernando, ascoltando le melodie dipinte da queste "nuvole" del nostro tempo, così lontane dal rumore della terra e dal silenzio del cielo, le sceglierebbe come colonna sonora dei suoi versi...

Mario Esposito


Voto Mario: 8/10
Voto Nico: 7/10


Tracklist:

  1. The dawn and the embrace
  2. Rise on
  3. Flooding river
  4. November song
  5. The place where the path leads
  6. The house of sleep

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