Justin Vernon ci aveva lasciati 4 anni fa con un gioiello del nuovo Indie folk che era "For Emma, forever Ago". Scarno, intimo, semplice e tenero e acerbo come un frutto che nasce alla fine dell' inverno: ci era piaciuto molto.
Il falsetto bucolico e dolorante, che alle volte ricorda certi cori della cultura nera anni 70 per la melodia ed il timbro, a cui eravamo abituati cede il posto talvolta ad una voce paterna ed adulta che ci lascia stupiti. Ricchezza e intimità, introspezione assoluta dei testi (Towes, Holocene), Bon Iver ci racconta Justin Vernon come un boschivo storyteller, un fauno che non vediamo e che ci parla della sua vita attraverso le trame eteree delle sue terre (Ogni traccia ha il nome di un luogo), filtrate però dal suo spirito altrettanto silvano.
Questo secondo lavoro è la prova della destrezza compositiva del cantautore americano, che per l' occasione si fa produttore, tecnico del suono e del mixaggio. E' forse inconsistente anche solo paragonare i due album: poiché la loro diversità,per quanto ammantata di classe e sincerità cantautorale, è sostanziale : forse può mancarci la semplicità di For Emma , forse può mancarci che questo non sia stato davvero l' esordio del nostro eroe di neve. Se si apre l' album sulla copertina del disco si trovano vergate in corsivo tra i ringraziamenti, alcune note : "Nessun mellotron è stato utilizzato in queste registrazioni" e " This must be the place" e quando parla l' artista noi ci facciamo da parte.
Emilio Gianotti Voto Emilio: 7,5/10
Voto Nico: 8/10
Tracklist:
- Perth
- Minnesota, WI
- Holocene
- Towers
- Michicant
- Hinnom, TX
- Wash.
- Calgary
- Lisbon, OH
- Beth/Rest