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Uscite discografiche 2011: Brunori Sas . Vol.2 Poveri Cristi

Creato il 28 luglio 2011 da Sonofmarketing @SonOfMarketing

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Vi sareste mai aspettati che il secondo disco di Brunori Sas, al secolo Dario Brunori, sarebbe iniziato con un un padre di famiglia che sperpera nel gioco il proprio stipendio e decide di farla finita? “Vol. due Poveri Cristi” si presenta con l'impatto de “Il giovane Mario”, una canzone struggente, che va al cuore dell'ascoltatore, portando a galla uno dei tanti fatti di cronaca con cui ormai siamo abituati a convivere. Il ricordo si dirige verso “Tutti morimmo a stento di Fabrizio De Andrè - solo un'associazione d'idee, non certo un paragone - che iniziava con “La ballata dei suicidi”. Un inizio caustico, ma che fa sempre bene ascoltare.

Mentre il disco di Brunori scorre senza intoppi, si ha la sensazione di conoscere un nuovo “autore”, affatto sprovveduto. Pezzi come “Rosa”, “Una domenica notte” sono racconti di vita quotidiana: il lavoro, gli amici, l'amore. C'è perfino una canzone, “Il suo sorriso”, in cui si descrive il tradimento che, come il più triste dei copioni, coinvolge la propria ragazza e il proprio miglior amico, qui interpretato da un sardonico Dente.

Non più concentrato su stesso e sui nostalgici amori di “Vol. Uno”, vincitore del Premio Ciampi come miglior esordio 2009, il musicista si concentra sul paese e sulle sue difficoltà, senza dare giudizi spietati, senza inneggiare alla violenza. Descrive solo ciò che accade e che tutti noi vediamo ogni giorno in tv. Giusto per non dimenticare cosa c'è là fuori, da qualche parte.

Con quella voce roca, gaetaniana (ascoltatevi “La mosca”. Cosa vi ricorda?), Brunori passa in rassegna divertenti e malinconiche storie di “poveri cristi”, in balia di un ostacolo più grande di loro. Alcuni affogano, altri restano a galla perché troppo impegnati a non morire per affogare: personaggi colmi di contraddizioni, eppure credibili. “Animal colletti” è il triste sfogo di chi non ha casa né un lavoro né un cane: il triste quadro dei nostri tempi tra precariato e voglia di reagire.

Dall'esordio, dunque, un cambiato c'è stato. Forse più risorse a disposizione, forse le aspettative di un pubblico curioso di sentire qualcosa di diverso rispetto al primo disco, chissà…Brunori mescola, in un cocktail viscerale, la crudeltà, la rabbia, la gioia per la vita e le difficoltà che quotidianamente inchiodano al muro. Ci voleva proprio un artista che conferisse di nuovo centralità alle parole, non solo alla melodia. Parole che abbiano senso e carica sociale. Tutti noi vorremmo urlare e cantare la genealogia dei nostri problemi, la precarietà della propria esistenza. Seguendo i “Poveri cristi” di Brunori Sas, possiamo sentirci meno soli e ancora vivi. 

Filippo Infante
 

Voto Filippo: 7
Voto Nico
: 7,5


Tracklist:

Il giovane Mario
Lei, lui, Firenze
Rosa
Una domenica notte
Il suo sorriso (con Dente)
La mosca
Bruno mio dove sei
Animal colletti (con Dimartino)
Tre capelli sul comò
Fra milioni di stelle


 


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