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Uscite discografiche 2011: John Foxx and the maths - Interplay

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing

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E' davvero il caso di dire “a volte ritornano”. Dopo quasi dodici anni di assenza dalle scene, o, per meglio dire, di sporadiche presenze con vari progetti, torna John Foxx, pioniere del post punk e del synth-pop e fondatore, nel 1979, degli Ultravox.

Stavolta il disco si intitola “Interplay” ed è il frutto della collaborazione con Ben Edwards, meglio conosciuto come Benge, compositore di grande talento, sperimentatore di onde analogiche e appassionato collezionista di sintetizzatori. Il buon John Foxx non poteva non avvicinarsi a un simile personaggio. Chiamiamola pure “schizofrenica collaborazione artistica”.

“Interplay” è un disco dalle sonorità elettroniche vintage, contaminate da atmosfere new wave. La voce è sempre filtrata da vocoder di natura diversa, talvolta pesanti, incapaci di catturare la fantasia dell'ascoltatore. Niente di nuovo sul fronte elettronico. Diciamolo pure: è un disco che attirerà soprattutto i nostalgici di un genere “che fu”, perché non contiene interessanti innovazioni musicali né coinvolge fino in fondo. Fin dalle prime canzoni ci ritroviamo negli oramai classici schemi e pattern ritmici del synth pop più oscuro. “Summerland”, uno dei pezzi del disco, ne è un chiaro esempio, anche se contaminata da sonorità house. Lo stesso dicasi per la traccia iniziale, “Shatterproof”: potente, ma incapace di decollare. Penetrante, invece, la gelida voce di Foxx, fagocitata da effetti elettronici.

Più efficaci “Running man” o “The good shadow”. L'accattivante linea melodica del primo pezzo, e le liquide sonorità sintetiche del secondo. John Foxx torna in sala d'incisione evidentemente perché alla ricerca di nuovi spunti creativi che si concretizzano in “Catwalk”, dal ritmo scatenato, quasi blues, vicina a un odierno Nick Cave; ma non sempre i risultati sono felici (ascoltate “Destination” e subito dopo ascoltate un qualsiasi pezzo di “The Garden”, uno degli album di Foxx, ma del 1981: noterete che non vi sono sostanziali differenze).

La ricerca del futuro iniziata nel 1979, nel 2011 diventa manierismo, mentre Benge, dietro i suoi ultrasofisticati moog da collezione, cerca nel passato qualcosa di nuovo, anche se in questo disco, emerge a tratti. Forse ci aspettavamo qualcosa di più da un personaggio come Foxx. O forse, i tempi, e dunque i suoni, sono cambiati così velocemente da non lasciare molto spazio a chi è rimasto attaccato a un tipo di musica che fa del passato una continua fonte di recupero.
 

Filippo Infante
 

Voto Filippo: 6/10
Voto Nico: 6,5/10


Tracklist:

  1. Shatterproof
  2. Catwalk
  3. Evergreen
  4. Watching A Building On Fire
  5. Interplay
  6. Summerland
  7. The Running Man
  8. A Falling Star
  9. Destination
  10. The Good Shadow

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