“Hermann” è il titolo del nuovo disco di Paolo Benvegnù. Dopo “Piccoli fragilissimi film”(2004) e “Le labbra”(2008), il cantautore milanese, d’adozione toscana, sorprende i fan con un’opera stavolta poco intimista, ma straordinariamente carica di intense emozioni. Il disco è stato presentato come colonna sonora di un film mai realizzato. Sarà davvero così?
E se la storia del film fosse solo un’invenzione? Una sciarada. Benvegnù è conosciuto anche per i suoi live “umoristici”, durante i quali scherza col pubblico raccontando divertenti aneddoti o storie inventate. “Hermann” è tratto dall’omonimo romanzo di un tal Fulgenzio Innocenzi, scomparso misteriosamente intorno al 1970,
al largo delle coste giapponesi. Che sia verità o finzione, questo non possiamo saperlo. Tanto vale lasciarsi trasportare dalle preziose note delle canzoni corredate ognuna da un’indicazione scenica, come in una sceneggiatura: esterno, giorno, Venezia, Italia, 1592 oppure interno, notte, San Francisco, Stati Uniti, 1961. Quasi a dimostrare che ogni canzone è una storia a sé che può accadere a ognuno di noi, dovunque siamo, in ogni parte del mondo. Ecco la forza comunicativa di Benvegnù.
I testi scorrono come lingue impazzite che poeticamente narrano e fanno riflettere. “Ho visto inverni piegare gli alberi e setacciare al grembo con le mani cercando polvere(…)e ho perso falangi nei combattimenti e nelle fabbriche”, “Io ho visto”. Ci sono anche parti scritte in inglese come in “Good morning, Mr.Monroe”: “Everything is lost, everything is passed, everything is done, as a game, the game is lost again”, imagine di un’umanità sconfitta. Ci sono anche molti riferimenti letterari e mitologici, come Melville in “Achab in New York” o Sartre. “Difendere confini e allora controlli, e come Ulisse poi distruggi senza senso Troia”; e ancora Andromeda, Narciso.
Gli arrangiamenti affidati a Guglielmo Ridolfo Gagliano e a Andrea Franchi, cullano e accompagnano le parole di Benvegnù con intensi tappeti sonori ben ricamati. “Hermann” è un disco da ascoltare più volte. Può sembrare difficile, perfino un po’ pretenzioso. In verità, la sua forza sta proprio nell’apparente complessità delle canzoni. I tredici pezzi che lo compongono sono come scrigni difficili da scoperchiare e che, una volta aperti, regalano 57 minuti di pura poesia musicale.
Filippo Infante
Tracklist:
- Il pianeta perfetto
- Moses
- Love Is Talking
- Avanzate, ascoltate
- Io ho visto
- Andromeda Maria
- Achab in New York
- Sartre Monstre
- Good Morning, Mr. Monroe!
- Date fuoco
- Johnnie and Jane
- Il mare è bellissimo
- L'invasore