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Useresti le acque depurate per irrigare il tuo giardino? Ovvero chi usa l’acqua depurata deve avere la possibilità di gestire il processo di depurazione.
Da Antoniobruno5Il buon senso che dovrebbe guidare ogni scelta spero prevalga in conseguenza del Convegno internazionale del 3 giugno 2011 “i 100 laghi del Salento leccese”. Perché parlo di buon senso? In questo contesto in cui tutti desiderano la “tracciabilità” non capisco per quale motivo non si riconosca il diritto ai fruitori finali dell’acqua depurata di “gestire” il processo di depurazione.
Useresti le acque depurate per irrigare il tuo giardino?
Perché ancora oggi c’è tanta diffidenza nell’usare l’acqua depurata? Non lo sai? Prova a chiedertelo: tu, si dico proprio a te che stai leggendo ora, useresti le acque depurate per irrigare il tuo giardino? Come dici? Non le useresti? E perché? Hai paura di prenderti qualche malattia? Hai paura di inquinare il tuo giardino? Se hai paura è perché non ti fidi. Non ti fidi perché tante volte sei passato nelle vicinanze di impianti di depurazione e hai sentito cattivi odori, oppure perché hai letto sul giornale di proteste per scarichi di liquami inquinati in mare. Insomma hai paura di ciò che non conosci e devo dire che dal mio punto di vista hai ragione.
Le parole dell’Assessore Fabiano Amati
Eppure la Puglia ha avuto nel 2011 ben 8 bandiere blu che è un modo sintetico per dire a tutto il mondo che si sono effettuati una serie di controlli che danno la certezza che in quegli 8 luoghi della Puglia il MARE E’ PULITO http://static.repubblica.it/viaggi/pdf/cartine-spiagge-2011.pdf e questo per l’Assessore Fabiano Amati significa che 8 comuni pugliesi hanno saputo aggiungere alla complessiva qualità delle acque depurate attraverso gli impianti in esercizio su tutto il territorio regionale, anche tutti gli altri livelli di eccellenza utili per l'assegnazione del riconoscimento. L’Assessore Amati poi aggiunge che è certo “che tra gli indicatori quello più importante sull'efficienza degli impianti di depurazione e delle reti fognarie e' saldamente presidiato dall'Acquedotto pugliese”.
L’Assessore aggiunge che “ In Puglia, infatti, i paramenti relativi al sistema di depurazione e alla rete fognaria raggiungono livelli di eccellenza soddisfacenti, perché i reflui restituiti all'ambiente risultano essere in linea con quanto stabilito dalle disposizioni nazionali ed europee più restrittive.”
Poi aggiunge riferendosi ai territori di Fasano ed Ostuni “Sull'uno e sull'altro territorio mi piace rilevare che l'efficienza dei servizi si associa in materia di depurazione con l'esercizio di due impianti di affinamento, che nel processo di trattamento delle acque reflue sono per la Puglia la frontiera su cui si deve lavorare nei prossimi anni.”
Ma l’Assessore Amati sa bene che gli impianti di affinamento si possono fare solo a condizione che l’acqua depurata sia usata e sa anche che ad usarla in via principale sono i proprietari del Paesaggio rurale che rappresenta il 99% dell’ambiente della Puglia.
Un alleanza tra turismo e proprietari del Paesaggio rurale
Giulio Sparascio Presidente della Confederazione Italiana degli Agricoltori CIA di Lecce è sicuro che l’obiettivo che ci dobbiamo dare è che nemmeno una goccia di acqua reflua finisca in mare. Il presidente Sparascio ha fatto dell’agriturismo un integrazione al reddito della sua azienda agricola e sa perfettamente cosa significhi avere la bandiera blu del mare pulito. Ci dice “se riusciremo a mettere il refluo affinato nelle cave dismesse del Salento leccese nemmeno una goccia di refluo andrà in mare e noi potremo fregiarci di avere il mare più pulito d’Italia!”.
L’agroalimentare del Salento leccese incentivato dagli specchi d’acqua
Sa bene il presidente Sparascio che tale attestato darebbe il via a una massiccia presenza di turismo sostenibile e di qualità che darebbe impulso anche all’agroalimentare, altra priorità della Regione Puglia, così come affermato in più occasioni dal Governatore Niki Vendola. La presenza delle cave trasformate in specchi d’acqua è indispensabile oltre che per irrigare i campi anche per determinare un’ attrazione dei turisti dalle coste verso l’interno della penisola salentina. I 100 specchi d’acqua del Salento leccese porterebbero i turisti che sono attratti soprattutto dal nostro mare cristallino simile a quello dei “carabi” nella nostra meravigliosa terra dei 100 comuni, a contatto con le aziende agricole permettendo la vendita dei nostri prodotti agroalimentari di nicchia.
I proprietari del Paesaggio agrario del Salento leccese devono gestire e controllare la depurazione dell’acqua
Non c’è dubbio sia per l’Assessore Fabiano Amati che per gli addetti ai lavori che “l'efficienza degli impianti di depurazione e delle reti fognarie è saldamente presidiata dall'Acquedotto pugliese” solo che i Sindaci e i 220mila proprietari del Paesaggio rurale del Salento leccese non hanno questa percezione. Mi diceva un mio amico che faceva politica che la sua azione era informata da un detto del Salento leccese “la ucca te lu furnu la puei chiudere, la ucca te la gente no!”che tradotto significa “tu puoi certamente chiudere la bocca del forno ma non riuscirai mai a chiudere la bocca della gente!”. La gente del Salento leccese può utilizzare l’acqua depurata a patto che la depurazione sia gestita e controllata dai Consorzi di Bonifica che sono governati dai rappresentati, democraticamente eletti, delle Organizzazioni professionali agricole.
Riciclare l’acqua secondo la FAO
Riciclare l'acqua reflua urbana ed utilizzarla in agricoltura contribuisce ad alleviare i problemi legati alla scarsità dell'acqua e a ridurne l'inquinamento, ma tale pratica non è attualmente diffusa quanto dovrebbe, secondo un recente rapporto della FAO.
L'utilizzo in agricoltura delle acque reflue trattate risulta esser praticato in circa 50 paesi, per una superficie complessiva pari al 10% di tutte le terre irrigate, riferisce il rapporto "La ricchezza dei rifiuti: l'economia dell'utilizzo delle acque reflue in agricoltura", pubblicato nella Settimana Mondiale dell'Acqua (Stoccolma, 5-11 settembre 2010).
L'acqua reflua propriamente trattata e riciclata in modo sicuro può offrire una sorta di “triplo dividendo” ai fruitori nelle città, ai proprietari del Paesaggio rurale e all'ambiente
"I case studies analizzati nel rapporto della FAO dimostrano che il riutilizzo sicuro delle acque reflue per la produzione alimentare può contribuire ad alleviare la competizione tra città e settore agricolo per l'uso dell'acqua nelle regioni caratterizzate da una crescente scarsità di risorse idriche," ad affermarlo è Pasquale Steduto, Vice-Direttore della Divisione Terra e Acqua della FAO. "Nei contesti adeguati, può anche aiutare a gestire il problema dello smaltimento delle acque di scolo urbane e dell'inquinamento dell'acqua da esse causato."
I proprietari del Paesaggio rurale potrebbero inoltre evitare, almeno in parte, i costi del pompare acqua dalle falde sotterranee, mentre la presenza di sostane nutrienti nelle acque reflue ridurrebbe le loro spese per fertilizzanti.
La proposta del Convegno Internazionale “i 100 laghi del Salento leccese”
Tutti sappiamo che è la Regione Puglia ad essere la proprietaria dell’Acquedotto pugliese, con sede in via Cognetti a Bari, il più grande d’Europa, con 20 mila chilometri di gallerie e di tubi e circa cinque milioni di utenti. E tutti abbiamo potuto leggere su "La Voce dell'Acqua" il Periodico dell’Acquedotto Pugliese SpA del 2 aprile 2011 “Più efficienza, più servizi e più ambiente attraverso investimenti per 674 milioni di euro” e ancora “Molto importante anche il capitolo della depurazione, con interventi (per 80 milioni di euro) mirati a incrementare l’efficienza degli impianti, potenziando di 200mila abitanti equivalenti la capacità di trattamento”. Mi chiedo e vi chiedo se è pensabile ottenere tutto questo senza il consenso dei fruitori finali delle acque depurate che sono i proprietari del Paesaggio rurale consorziati per legge nei Consorzi di Bonifica di Puglia.
La proposta del Convegno Internazionale “i 100 laghi del Salento leccese” è che siano i Consorzi di Bonifica a gestire la depurazione oltre che la distribuzione dei reflui depurati ai proprietari del Paesaggio rurale poiché questa è la soluzione dei problemi che stiamo vivendo.
di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).
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COMMENTI (1)
Inviato il 31 maggio a 02:20
Cento laghi, o cento bacini di lagunaggio, con il contributo della vegetazione che si potrebbe far sviluppare, attenuerebbero la temperatura estiva e farebbero aumentare la piovosità in tutto il Salento, riportando le stesse ai valori antecedenti alla distruzione dei grandi boschi, Belvedere etc.