Marco Capponi è un autore in grado di abbinare l’inventiva ricca di immaginazione e verve con un rigore filosofico e logico-sintattico che gli deriva anche dai suoi studi e dalle attività professionali che ha svolto. Questo abbinamento si è confermato nel suo romanzo di recente uscita LE RAGIONI DEL CASO E DEL DESTINO edito dalle Edizioni Divinafollia. Ma è sempre stato presente nel suo percorso letterario ed è rilevabile anche nel romanzo che desidero segnalare tramite questo post, UT – Il principio ed il fine. Questo libro è stato pubblicato nel 2012 per i tipi di Marte Editrice ed è stato scritto assieme a Manuela Litro, concertista e musicista di valore, oltre che scrittrice. Nonostante il diverso percorso dei due autori, la loro diversa impostazione e le esperienze artistiche e professionali in ambiti differenti, il romanzo dimostra una coesione apprezzabile, amalgama omogeneo di toni, note, approcci, canti e controcanti, luci e chiaroscuri. Lo spunto iniziale è accattivante e coinvolgente: il segreto legato ad un misterioso libretto d’opera acquistato in un’asta a Ginevra. A partire da questa brillante ma anche arcana scintilla iniziale la storia si dipana con un ritmo serrato tra ambienti vari e domini contrastanti, scienza, arte, matematica, musica, potere e dominio, sentimenti e follia. Il merito di questo libro è proprio questa volontà di superare le barriere tra ambiti che vengono spesso ritenuti separati e in realtà sono contigui, adiacenti, spesso convergenti, di sicuro in un rapporto dialogico, tanto più intenso quanto più intricato, come un rapporto d’amore che trae linfa dai contrasti, come una sinfonia i cui crescendo ricavano energia dai ritmi lenti e meditativi. Un’alternanza vivida e in grado di interessare e incuriosire.
Un romanzo di non facile e immediata lettura. Lontano dalla cantilenante e prevedibile orecchiabilità di certi lavori preconfezionati. In questo libro i due autori hanno scavato con cura e intensità nei meandri di una vicenda che in fondo funge da specchio per lo studio di meccanismi di più ampio respiro e interesse, come il rapporto tra arte e scienza, verità e menzogna, e, in fondo, in ultima ma predominante istanza, su quello che è e permane il più arcano e vivido mistero, quello dei rapporti tra gli uomini, affetto, amore, amicizia, dialogo profondo, libretto d’opera da comporre giorno dopo giorno con gli accordi che è necessario scrivere secondo ispirazioni mutevoli e autentiche, non mutuabili da nessun manieristico modello di riferimento. In questo consiste l’interesse di questo romanzo, nel principio ed il fine a cui fa riferimento il titolo, quel mistero nel mistero che è necessario indagare, sapendo che il finale, fatalmente ma anche per fortuna, è aperto, denso di potenzialità ulteriori, letterarie e umane. IM