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Va in scena Zanza, l'handicappato ribelle di "Vieni via con me".

Creato il 24 novembre 2010 da David Incamicia @FuoriOndaBlog

Fare teatro “ribelle” in una Casa del popolo del 1913. E’quello che accadrà da gennaio in un piccolo paese nelle colline sopra Senigallia (Ancona), a Roncitelli, dove la vecchia Casa del popolo, ora circolo Arci, ospiterà il “Centro teatrale senigalliese” (Cts). La paternità dell’idea è di David Anzalone, detto Zanza - autore e attore di teatro nato a Senigallia e divenuto famoso in tutta Italia con lo spettacolo “Targato H” e il libro “Handicappato e carogna” - che ha preso parte alla trasmissione di RaiTre “Vieni via con me”. Da gennaio, Zanza vestirà anche i panni del direttore artistico e dell’insegnante di teatro. Il suo laboratorio, cui stanno arrivando le prime iscrizioni in questi giorni, si intitolerà “Il corpo ribelle – laboratorio per la formazione artigianale dell’attore” e sarà rivolto a tutte le persone dai 15 anni in su: normodotati e disabili, migranti e senigalliesi, casalinghe, studenti e lavoratori, tutti mescolati per sperimentare nuove possibilità di convivenza, di crescita e “di resistenza”.
Punto di partenza del laboratorio è infatti il corpo “che oggi è bruciato – dice Anzalone – dalla tv, da qualsiasi forma di prostituzione e dalla dittatura delle mode. Si deve scegliere che farne. Se farlo andare in decadenza o farlo rinascere. In questa seconda ipotesi, il corpo diventa ribelle perché vuole riappropriarsi di se stesso, non vuole essere una macchina, ma soprattutto non vuole più essere strumento di consumismo”.
Dopo 15 anni passati in scena, Anzalone ha maturato una sua pedagogia teatrale che, nel Cts, potrà mettere alla prova. “Mi baso molto su bioenergetica e biomeccanica. Della bioenergetica mi interessa il concetto dell’esistenza di un’energia vitale del corpo. Mentre nella biomeccanica la base è la conoscenza meccanica del corpo, cioè di come funziona ogni muscolo. Secondo me, l’attore non deve essere un automa, ma deve sapere come far funzionare il suo corpo per esprimere sentimenti ed emozioni. È come un musicista che non può suonare se non conosce gli accordi. Non mi interessa tanto la recitazione, quanto il dare strumenti di libertà, dare la grammatica dell’attore. Oggi, invece, si salta questa fase pre-espressiva per fare subito spettacolo, per attirare la massa”.
Insieme al corpo, l’altro fulcro del laboratorio teatrale di Anzalone sarà il concetto del comico. “Un termine prostituito – sostiene – perché oggi il comico e la satira sono strumenti del potere, fanno pubblicità a certi personaggi e si limitano allo sfottò, mancano cioè di tematiche profonde come la diversità, l’immigrazione, la povertà. Vorrei, quindi, riportare l’attenzione sul fatto che il comico deve trasformare la tragedia. Non ci può essere commedia senza tragedia. Ogni allievo, perciò, dovrà tirare fuori la sua tragedia, il proprio immaginario. Dovrà fare emergere la sua rabbia, la sua esigenza di dire. Così che possano nascere piccole opere d’arte dall’esigenza interiore delle persone, ma che possano poi incidere nella società e nel politico”.
Il corso si terrà nella vecchia Casa del popolo, dentro le mura del castello, “un palco naturale” come dice Zanza. Lo scambio tra teatro e paese è però reciproco: se da un lato il Cts usufruirà gratuitamente della struttura del circolo Arci, dall’altro il teatro riporterà persone e interessi in una delle tante periferie da cui spesso si va via. “Gli abitanti di Roncitelli ci hanno aperto il loro paese. Collaborerà con il nostro progetto anche l’Acli e, nel tempo, possiamo pensare a organizzare dei workshop di 10 giorni in estate dove gli allievi alloggeranno qui nel paese”.
La performance a "Vieni via con me"

  Fonte: www.zanza.it e www.tiscali.it

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