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Vacanze dell'altro mondo

Creato il 12 aprile 2010 da Mammacattiva
Vacanze dell'altro mondo
Se un giorno mi avessero detto che un altro giorno sarei andata a passare le vacanze di Pasqua in un Kinderhotel, avrei risposto che si trattava di un equivoco, una svista, un'offerta speciale, un concorso vinto. Chi io? Ma stai scherzando? Io che non sono riuscita a divertirmi in un villaggio Valtur a 17 anni, io che non andrei in crociera neanche pagata, io che mi sono annoiata a morte alle Maldive, io che...
...io che ho due bambini piccoli e sono stanca come mai sono stata nei primi trent'anni della mia vita, forse tornerei alle Maldive (avoglia!!!), accetterei una vacanza premio con il capitano Merril Stubing e a Pasqua sono andata consapevolmente e con il sorriso sulle labbra in una delle strutture accreditate da ben cinque smiley in Austria, mascotte inclusa (un papero gigante).
Lo confesso, sono partita con una certa prevenzione. Mi sono detta: pensa che cagnara in un luogo dedicato alle vacanze di sole famiglie, pensa che mortorio, pensa che goduria i pasti a misura di bambino. Saremo lì a guardarci di traverso, a confrontare le performance in piscina dei nostri campioni olimpionici, alle undici di sera con bambini urlanti ancora svegli, le passeggiate in montagna, la canzonicina del villaggio da imparare a memoria.
Me lo sono scelto con cura. Ho letto e riletto le caratteristiche e ho sperato, sperato di ricredermi, di riposarmi un po' ma anche di godermi un po' i bambini.
Cinque giorni al Gina's Hotel ed ecco cosa ne è uscito fuori:
  • La struttura è magnifica. Il loro segreto sta nell'eliminare ogni possibile problema derivante dal passare una vacanza con i bambini e lasciarti solo il lato buono. E per dirlo io...
  • Cagnara? Ho provato molto più la sensazione di presenza di bambini urlanti in chiesa la domenica che in questo hotel dove nessun ospite ne è sprovvisto. In certi momenti mi sono chiesta dove fossero, anche la sera tardi. E quando era evidente che ci fossero erano talmente presi dalle cose da godere che un urlo o un pianto diventavano l'eccezione. Che carino... piange!
  • Abbiamo mangiato bene e anche loro. Presto, come è giusto che sia per i bambini e i paesi nordici. Si mangiava sempre. Si beveva sempre. Tutte le bibite analcoliche e non dico tanto coca o fanta, quanto caffè, tè, cappuccini, tisane, succo di mele o d'arancia, acqua erano a disposizione tutto il giorno. Il pomeriggio servivano torte magnifiche.
  • Ci siamo divertiti un mondo: a passeggio, con gli animale, al centro giochi, in piscina, con il mago, la papera gigante, i giochi da tavolo.
  • La sera erano stravolti e alle ottoequarantacinque ci imploravano di andare a dormire. Si saliva, buonanotte, codice nel telefono della camera e il doc ed io sgattaiolavamo fuori dalla stanza con un potentissimo babymonitor che suonava dolcemente al richiamo dei pargoli. Scendevamo a berci il cicchetto della sera, a leggere, a rilassarci.
  • Incredibile come i bambini riescono a comunicare tra loro pur non parlando la stessa lingua. Leo e Lena, vicina di tavolo, parlavano la lingua dei conigli e si sorridevano come due innamorati.
  • Ho provato la sensazione di stare con loro ma di non dovermi preoccupare per loro. Avevano imparato le strade per andare ovunque e mi sono meravigliata di vedere Picca, di poco più di due anni, girare autonoma anche sparendo dalla mia vista e tornare sorridente, affatto smarrita.
  • Ci sono attività programmate ma non vivi l'ansia da prestazione. Nessuno viene a prenderti per le orecchie con il gioco del trenino. Tu vai dove vuoi e se lo vuoi.
A me questa formula è piaciuta molto. Non è il tipo di vacanza che voglio portare avanti ma quando ce vo' ce vo'.

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