Ebbene sì, l’ho fatto. Dopo oltre trent’anni di meditazione (c’ho voluto pensa’ bene, ‘mbè?!) ho finalmente preso la decisione di scollarmi dal dolce nido familiare e spiccare il volo verso altri lidi. Che nella fattispecie è un deliziosissimo, terrazzatissimo e luminosissimo (n’è vero, ma negli annunci di solito c’è scritto così) mini loft immerso in una bella zona di Roma Nord (e che nessuno si azzardi a chiamarlo ”monolocale”, chevetrinciolalingua)
Una decisione presa all’improvviso, di getto, e dettata da una triste consapevolezza: se avessi dovuto aspettare un uomo per andarmene da casa dei miei, a breve avrei dovuto assumere un badante. Per me, non per i miei.
Contro ogni previsione, la decisione in famiglia è stata accolta con qualche sconcerto, da parte di mio padre, più che altro, perchè mia madre due minuti dopo aveva già buttato giù un progettino per trasformare la mia stanza nel suo ”studiolo degli hobby”, aveva tirato fuori il trolley già pronto e nascosto dietro la porta da anni, e tutto il corredo. Papà invece ha ingoiato un rigatone come fosse un sasso, e ha sbiascicato un timido - perchè?! – manco gli avessi detto: “Guardate, ho prenotato un posto in una clinica Svizzera, e domani muoio”. O, peggio: “Il padre di Pia Fico sono io…”.
Capito poi che facevo sul serio, abbiamo cominciato a spulciare gli annunci. Una settimana più tardi avevo già visto il mio mini loft e firmato il contratto. Manco ’na sfollata.
Ora siamo nella fase: Ikea e Leroy Merlin come non ci fosse un domani, la newsletter di Dalani.it ha preso il posto di quella di Sephora, e anzichè le ultime tendenze in fatto di abiti, so tutto su piastre a induzione e forni combinati. Ora aspetto l’attimo in cui, anzichè scarpe, guarderò parannanze…e poi la trasformazione è fatta: da Sex&TheCity a Wilma De Angelis!
ps: bello, ma che amarezza!