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vagare a caso lungo la costa: Gilleleje, Dronningmølle e Hornbaek

Da Guchippai
la mia idea di questa vacanza, prima che si aggregasse il marito, era di dedicarmi a un sano cazzeggio e alle zingarate, cosa che ho fatto nei due giorni in cui lui se ne è andato a Copenhagen e Roskilde e io sono stata libera di vagabondare alla boia d'un Giuda. a detta del personale dell'hotel, siamo stati fortunati con il tempo. difatti ero partita pronta a tutto e ho finito per usare tutto ciò che avevo portato: dalla maglietta dei primi due giorni, in cui è stato anche più caldo di quello che credevo, alla giacca di Gore-Tex, necessaria quando si è levato il fortissimo vento che ha spazzato mare e cielo per altri due giorni, all'ombrello, che però per fortuna ho usato pochissimo perchè soltanto un giorno è stato coperto ed è piovuto un po', ma alle cinque del pomeriggio già si era del tutto schiarito e risplendeva nuovamente il sole.

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nuvoloso, ma il mare era calmo... e c'era un'umidità del 3000% !!


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qui ero su un altro tratto di spiaggia di Gilleleje, il cielo si era un po' aperto


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in effetti la giornata nuvolosa è stata l'ideale per passeggiare lungo la spiaggia,
non ho patito caldo e non mi sono ustionata al sole


vagare a caso lungo la costa: Gilleleje, Dronningmølle e Hornbaek

sono arrivata fino al faro, ma non sono entrata perchè
tanto il panorama sarebbe stato tutto annebbiato

dopo cena era bello camminare lungo la Gilbjergstien per godersi le sfumature di rosa del sole calante, oppure le strisce di luce che si riflettevano sul mare.

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passavo sempre davanti al museo, però non avevo proprio voglia di andare a rinchiudermi. sono stata sempre a zonzo, tra cielo, mare e vento, con le nuvole ciccione che si muovevano a una velocità pazzesca, tanto che la luce cambiava continuamente.
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in effetti ho passato così tanto tempo all'aperto che, mio malgrado, mi sono fatta una magnifica abbronzatura facciale da orsetto panda inverso, nel senso che ero tutta rossa con due bei cerchi bianchi in corrispondenza degli occhiali da sole, e vogliamo parlare di come mi si riducevano i capelli con tutto quel vento? roba da fare impallidire Napo Orso Capo.

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con il mare mosso occorreva stare attenti alle onde birichine!


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quello in fondo è il faro della foto di prima


a volte capitavano sorprese come un raduno di auto d'epoca dove mi sono divertita troppo a guardare i bolidi, soprattutto certi enormi macchinoni americani.
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a proposito di sorprese... mi è capitato veder risorgere dalle acque una signora sessantenne, nuda nata, e poco più in là due ragazzi che si tuffavano dal molo tutti nudi pure loro.
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oltre a camminare su e giù per Gilleleje, ho fatto un paio di gite in due spiagge molto vicine. la prima è Dronningmølle, che è considerata la spiaggia più bella; in effetti è ampia e ha una bella sabbia fine (che col vento volava che era una meraviglia... ha rischiato di infilarmisi pure in posti innominabili, benchè fossi vestita di tutto punto!)
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quella in fondo è sempre la Svezia; notare i cavalloni...


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da lì sono poi arrivata a Hornbaek, che è poco più in là e dove sul molo a momenti mi facevo trascinare via dalle raffiche. è in casi come questi che apprezzo la mia stazza; fossi anoressica, ci sarebbe stato seriamente da preoccuparsi! a Hornbaek c'era un sacco di gente che faceva kitesurfing, che con quel vento era l'ideale.
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la Danimarca, come saprete, è uno di quei paesi in cui la gente usa moltissimo la bicicletta; che poi è un bell'andare, visto che è quasi tutta piatta!! da principio avevo pensato di noleggiarne una e farmi un giretto, però poi ho lasciato perdere perchè, fermandomi spesso a fotografare, la bici sarebbe stata un impiccio, inoltre non avrei potuto certo portarmela dietro quando arrancavo sulla sabbia o facevo la sirenetta sugli scogli. volevo però farvi vedere l'efficentissima bici del postino, oltre che un sistema per tenere al riparo dalla pioggia le selle:
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naturalmente tutto questo camminare mi procurava un sano appetito. dopo l'abbondante colazione a buffet dell'hotel, a pranzo preferivo uno spuntino poco impegnativo, quando possibile a base di smørrebrød. trattasi di fette di pane di segale che vengono farcite con la qualunque; in genere ne bastano due per cavarsi la fame, sia per via del ricco condimento sopra sia perchè il pane in sè è tamugnissimo. 
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per merenda mi facevo un bel gelato, spesso servito nelle cialde autoprodotte dalle gelaterie stesse, che sfoggiavano il tornio e gli stampi in vetrina (in uno mi è capitato di vedere anche un ragazzo al lavoro, mentre le preparava). la sera invece si faceva sul serio; a dire il vero al ristorante ci siamo stati solo due volte, anche perchè occorreva fare il mutuo, preferendo un take-away di pesce fritto che stava sul porto e che offriva porzioni molto generose:

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ci tengo a sottolineare che, col tutto il camminare che ho fatto, non sono nemmeno ingrassata!!

concludo qui la cronaca di questa vacanza; quelle che avete visto finora erano le fotografie fatte con la compattina digitale; gli scatti analogici invece non li ancora visti nemmeno io, andrò a ritirare i rullini sviluppati lunedì prossimo. sono sempre nervosa quando mi passano le pellicole ai raggi X (anche se credo che la moderne tecnologie per la sicurezza negli aeroporti con i raggi X non c'entrino nulla) e non sto tranquilla fino a che non vedo che le foto hanno patito solo la mia imperizia e la mia sbadataggine ^__^

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