Se oggi stiamo in mezzo a mille mali della politica dobbiamo ricordarci in mano a chi stavamo nel 1963.
Il Presidente del Consiglio, Giovanni Leone, non andò sul luogo dell'orrore provocato dall'uomo il giorno dopo, ma una settimana dopo: con calma.Un superstite racconta che promise Giustizia, come la povera gente traumatizzata chiedeva.Nel 1969 egli, come avvocato penalista, difendeva in tribunale coloro che quel disastro annunciato avevano provocato.Parliamo dei nazisti. E questi cosa erano?
La gente che non ha studiato e che per questo è più vicina alla natura, all'osservazione senza sovrastrutture della realtà, lo diceva che il monte franava e gli aveva dato addirittura un nome che lo definiva...
I geologi invece hanno firmato che lì la diga si poteva fare.Il dramma non passa mai per chi è stato colpito. Non può passare. E si sente nei racconti di chi è rimasto: la gola chiusa, le interruzioni per contenere le lacrime, il racconto della ferita nella psiche che sono andati tutti a curare dagli psicologi, gli incubi che ancora ci sono al posto dei sogni...
Come al solito i colpevoli non hanno pagato come dovevano. Forse anche grazie ai loro bravi avvocati che, come Leone, promise Giustizia ai superstiti come Capo del Governo per poi difendere chi aveva la colpa di quell'orrore.
Se mi chiedo che psicologia poteva avere un Priebke, mi chiedo anche che uomo può essere stato uno che riesce ad agire così.Molti anni fa, di ritorno in treno da un viaggio in Sicilia, ci trovammo nello stesso scompartimento con uno strano personaggio: un uomo anziano che aveva una gran voglia di parlare.Ci disse che era stato direttore di banca e che fu mandato dalla sua Banca, ne disse anche il nome che non ricordo più, a recuperare la cassaforte di una filiale che era stata investita "dall'enorme cucchiaio di acqua fuoriuscita dall'invaso del Vajont", disse proprio così: "cucchiaio", lo ricordo perché mi colpì l'espressione, che accompagnò con un gesto della mano, che descriveva bene l'orrore di quanto era avvenuto.Si dilungò nei particolari di quello che aveva visto, disse che non era stato mandato da solo ma accompagnato da un sottoposto... Disse che la cassaforte con il suo prezioso contenuto non fu mai ritrovata. La gente di Longarone aveva paura di questa diga che era stata costruita sopra la loro testa: ma a chi aveva il potere in mano non gliene è importato niente.