Valibation

Vi siete mai fermati a riflettere su come la tecnologia ci abbia cambiato, abbia modificato il nostro stile di vita e le nostre abitudini?
Nello specifico, i telefoni cellulari.
Che, a dirla tutta, definirli telefoni suona decisamente riduttivo.

Smartphone, così si chiamo ora, telefoni intelligenti. Piccoli marchingegni in grado di fare talmente tante cose che il semplice telefonare è diventato obsoleto.
Siamo in contatto, con il mondo, ogni secondo della nostra vita.
Cosa accadesse se questa connessione diventasse parte di noi? Letteralmente, intendo.

Queste le basi di Valibation, un cortometraggio ironico, cinico, cattivo e divertente allo stesso tempo.
Il protagonista, un uomo come tanti, che potrebbe benissimo rappresentare la metafora dell’uomo moderno, si ritrova alle prese con qualcosa di inspiegabile, di indefinibile, ma che, giorno dopo giorno, impara a gestire, ad apprezzare, fino a quando l’assurdo non diventa la norma.
Ma questo non significa che la normalità sia la cosa migliore… non sempre, almeno.

Diretto da Todd Strauss-Schulson, si propone di dimostrare quanto possa essere dannoso dipendere dal proprio telefono. Una rappresentazione, dicevo, tipica degli horror, ma con una vena di ironia che stempera le atmosfere, ricordando in alcuni passaggi pietre miliari del calibro di Cronenberg e simili.
Bizzarro, onirico, con cambi di inquadratura rapidi e diretti, un cortometraggio che colpisce e non lascia indifferente.
Perché in fondo parla di noi, di come viviamo questi tempi e di come, se non prestiamo attenzione, rischiamo di diventare.

Un cortometraggio notevole, curato, che ci ricorda di quanto debole sia la nostra natura e di come, anche volendo, sia complicato staccarci dalla tecnologia.
Fino al finale, bellissimo e grottesco, in cui viene svelata l vera natura egoistica e chiusa dell’essere umano.

Perché come dice il motto, “It isn’t in you, it is you”…