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Vallanzasca potrebbe tornare presto in carcere per oltraggio a pubblico ufficiale

Creato il 20 gennaio 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

di Iannozzi Giuseppe

Vallanzasca potrebbe tornare presto in carcere per oltraggio a pubblico ufficiale
Renato Vallanzasca, il bandito della Comasina, quello vero, potrebbe tornare in carcere. Michele Placido in questi giorni ha portato la sua storia sul grande schermo: però il Vallanzasca luciferino belloccio angelo caduto di Placido è più che altro fiction di bassa lega, niente di più niente di meno. Una porcheria di film questo sì, che l’eventuale spettatore può decidere di andare a vedere o no al cinema, senza che la Lega Nord sbraiti a destra e a manca di boicottare la pellicola. Il filmetto di Michele Placido non è tanto più violento e splatteroso di tanti filmacci su vampiri, licantropi e serial killer made in USA. Per farla breve, il Vallanzasca faccia d’angelo di Placido non fa paura, tuttalpiù potrebbe causare un po’ bruciore di stomaco.
Il SinaPPe, il sindacato nazionale autonomo della Polizia Penitenziaria, chiede di revocare i benefici per l’ex Bel René. Con una lettera, inviata anche al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, i rappresentanti sindacali hanno raccontato l’atteggiamento irriverente del detenuto e quanto accaduto, in uno dei permessi di cui gode Vallanzasca, a Mondragone, comune in provincia di Caserta e paese d’origine della moglie.

Durante un controllo nella stanza d’albergo casertano dove alloggiava, Vallanzasca usando “un tono inequivocabilmente minatorio” avrebbe offeso i carabinieri. Renato Vallanzasca si crede dunque Lucifero! Da quanto si apprende, davanti ai militari riferiva “con una sorprendente quanto inaccettabile prepotenza, accompagnata dall’uso di parole oltraggiose, di non essere un detenuto da quattro soldi e quindi di non controllarlo di continuo in certi orari che potessero arrecargli disturbo”, minacciando, in caso contrario, “di rivolgersi ai mass media per denunciare quella che, a suo giudizio, sarebbe una forma di persecuzione”.
Che Vallanzasca fosse un poco di buono, sotto ogni profilo, non c’è mai stato dubbio alcuno. Resta da capire perché un simile mostro del privilegio di restare fuori dal carcere per alcune ore, manco fosse un semplice ammazza galline.

I militari dell’autorità giudiziaria hanno dunque esposto denuncia “per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale”. I militari hanno anche chiesto “al magistrato di Sorveglianza la revoca dei benefici concessi”. Il personale del carcere di Bollate fa sapere che il detenuto Vallanzasca, condannato a 260 anni di carcere per i delitti da lui commessi a partire degli anni Sessanta, “assume sovente un comportamento ‘altezzoso, prepotente e insolente’” e che a suo carico risulterebbero “numerosi rapporti disciplinari che non hanno prodotto alcuna conseguenza sanzionatoria”.

Renato Vallanzasca si è sparato 38 anni di carcere. Non gli sono serviti. Il SinaPPe contro Vallanzasca sottolinea il “difficile rapporto con il rispetto delle regole e un problematico controllo delle proprie azioni e reazioni che lo rende immeritevole di fruire dei benefici concessigli”. Per il SinaPPe il comportamento dell’ex Bel René – che oggi è tutt’altro che bello – mantiene vivo un atteggiamento “assolutamente censurabile”, per cui il sindacato vorrebbe sapere perché “un criminale macchiatosi di reati di gravissimo allarme sociale possa rimanere impunito”.

Vallanzasca gode dal marzo 2010 del “lavoro esterno”, un privilegio, una libertà concessa a quei condannati che si sono fatti almeno anni di carcere. Attualmente Vallanzasca svolge attività lavorativa all’esterno del carcere in orario diurno. Nel luglio 2010 il tribunale, per nostra somma fortuna, gli ha negato la libertà vigilata. Dopo questa ennesima bravata, a seguito della denuncia portata dai carabinieri all’attenzione del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, al bandito della Comasina potrebbe essere revocato il privilegio del “lavoro esterno”.


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