Valtenesi con Gusto 2011 - prima tappa, Corte Grillo di Tignale

Da Enricogrz
Particolarità condivisa con altri comuni dell'alto lago di Garda, Tignale è un comune sparso. Costituito da sei frazioni, nessuna porta il suo nome. A Gardola c'è il municipio, poi ci si sono Piovere, Prabione, Aer, Olzano e Oldesio. È un balcone sul più grande lago d'Italia su un altopiano immerso nel verde degli olivi. Tra la prima e seconda guerra mondiale venne realizzata la strada Gardesana, ricca di galleria e tanto voluta dal Vate, alias Gabriele D'Annunzio. Da allora i primi turisti iniziarono a conoscere il paese, ospiti nelle prime locande che nascevano in quegli anni, ma il vero boom risale agli anni Sessante e Settanta (Dunque, utilizzare la parola “boom” è cosa becera ed onomatopeica). Rifacciamo. Ma solo negli anni Sessanta e Settanta il numero di villeggianti crebbe in modo consistente, quando il paese riconobbe le opportunità economiche del turismo.
Caratterizzato da un paesaggio alpino, è meta per chi ama la tranquillità, le passeggiate e le escursioni in bici. La piccola zona costiera, invece, un tempo era la via che congiungeva il paese ai centri importanti della riviere. Prese il nome di “prato della fame”, “pra de la fam”, poiché, riparo per i naviganti durante le violente bufere, questi restavano anche giorni senza mangiare. Ora la spiaggetta brulica di turisti, buongustai e amanti del vento, chi con il windsurf, chi con il kitesurf. Il primo era più di moda un paio di decadi fa, l'altro è l'ultimo arrivato tra le mode degli sportivi. Un posto di tranquillità, acqua azzurra. Ci si può arrivare in due modi. Lungo la Strada Statale 45bis, nella seconda galleria dopo Gargnano c'è la svolta a destra, se arrivate alla bella limonaia, vuol dire che avete passato la svolta. L'altro modo è con una barca. Il terzo modo sarebbe l'uso del paracadute, ma con i forti venti rischiereste di finire addosso alla parete di 300 metri che dritta scende nel lago.
Torniamo alla cena. Partiamo dal basso lago e poi, dopo Salò, Gardone e Toscolano, arrivano le pareti rocciose. Si svolta e si inizia a salire, il paesaggio cambia, dirupi e boschi, ma sotto le acque del lago restano il sottofondo di una meraviglia. Saliamo, perché il paese a terrazze è a 550 metri sopra queste acque. Il locale prende il nome dal canto dei grilli in estate. Corte Grillo è un locale raffinato, di recente apertura. Sappimo che propone piatti del territorio rivisitati, con occhio di riguardo a tradizioni locali e mediterranee.
La sala interna non è delle più grandi, è calda, con camino (spento, a giugno...) a vista e tavoli elegantemente preparati. Tavoli rotondi, tovaglia bianca lunga, vari bicchieri e sottopiatti.
Il primo antipasto è un assaggio, un'omaggio al Tricolore per assaggiare l'olio protagonista della serata quello dell'Azienda Bioagricola Podera dei Folli di Puegnago del Garda. Nel piatto c'è un pipetta (che funziona come quella dei medicinali) con dell'olio e sopra vi sono infilzati un pomodorino, una mozzarellina e una foglia di basilico, a fianco del pesto. Un piccolo assaggio, ma nel frattempo in tavola arrivano grissini fatti in casa, come lo stesso pane: piccole pagnottine al rosmarino, al latte, con la pancetta e un'altra che non ricordo. Tutte molto buone.
L'antipasto procede con un raffinato e saporito coniglio in porchetta (!), con una insalatina di erbe aromatiche locali  e fonduta al Tombea (un formaggio locale, arriva da Tremosine) e polvere di tartufo. Il piatto non viene servito caldo, molto buono e la fonduta con il tartufo dà un tocco di eccellenza al tutto. Il primo è altrettanto locale, perché in tavola vengono serviti casoncelli al Bagoss con fili di pomodoro e profumo di maggiorana. Il Bagoss è il famoso formaggio di Bagolino, credo che a tal riguardo si potrebbe scrivere parecchio. Sapore deciso, ma ponderato.
Tolti i piatti, viene annunciato un quarto d'ora di pausa e i commensali si dedicano ad ascoltare due parole sulla rassegna e sui produttori protagonisti della cena, che vende tornare protagonista lo chef, quando serve il Reale di piemontese scaloppato (taglio del collo del manzo) con gremolata estiva (c'è il tricolore con capperi, pinoli, pomodori secchi/olive) e rösti di patate. Carne eccellente, cottura perfetta e gremolata interessante. Il dolce è una sorpresa. Non tanto per l'olio extravergine nel tortino soffice di mele, ma per l'accompagnante gelato al rosmarino! Un sapore ben diverso dal solito gelato, gustoso e fresco.

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