Van Gogh, campi di grano e cornacchie

Van Gogh – Campo di grano con volo di corvi (1890)

Vincent Van Gogh (Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890) è uno degli artisti più famosi di sempre. Autore straordinariamente prolifico, realizzò 864 tele, più di mille disegni e tantissimi studi, schizzi e copie di stampe giapponesi.
In vita la sua arte non fu mai compresa, morì in totale povertà e solitudine e “Campo di grano con volo di corvi” ben esprime questo suo desolato stato d’animo.

Si ritiene comunemente che questa sia l’ultima opera realizzata da Van Gogh prima di morire, ma in realtà non vi sono documentazioni al riguardo. È certo, comunque, che questo dipinto sia il frutto di uno dei periodi più cupi e pieni di depressione affrontato dall’artista. Van Gogh è in preda alla disperazione interiore e al fratello scrive «Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello mi casca quasi di mano e, sapendo perfettamente ciò che volevo, ho ancora dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la mia tristezza, l’estrema solitudine.». Il dolore trasfigura la visione del campo di grano che si trasforma in immagine tormentata e minacciosa. L’intensità drammatica è massima, il paesaggio è un paesaggio interiore che racconta della disperazione e della solitudine.
L’animo tormentato è ben rappresentato anche nella tecnica e nella scelta dei colori: su una preparazione rossa sono tracciate delle veloci pennellate gialle per il grano, altri segni verdi e rossi indicano le strade che attraversano il campo, il blu del cielo è cupo e innaturale e qualche segno nero raffigura degli inquietanti corvi in volo. Una sintesi di colori, gesti e segno che porta all’apice la drammaticità dell’opera.