"Vangelo del cavolo" (I LIBRI DI EMIL)
di Edoardo Monti
Edoardo Monti, giovane nato nel 1977 a Rieti, è autore dell’esordio narrativo in racconti dal titolo "Vangelo del cavolo", una raccolta pubblicata per "I LIBRI DI EMIL" di Odoya Srl nel settembre del 2010.
"Se esiste perfino un Vangelo di Giuda, perché non può esistere un Vangelo del cavolo?", è questa la provocazione contenuta sul retro di copertina del volume. Fughiamo subito ogni dubbio sul titolo, che va inteso in modo scanzonato e senza intenti di blasfemia, lo dico perché altrimenti un lettore disattento, potrebbe essere distolto da un titolo simile, anziché esserne attratto. Nella raccolta più di un racconto presenta situazioni paradossali che, unite insieme, rappresentano la vita vissuta dal punto di vista dell’autore. Una vita rappresentata con una cifra insieme ironica e paradossale, mai banale; soprattutto in modo diretto, semplice. Il minimalismo non è ricerca della riduzione, una buona caratteristica dello stile di questi racconti è proprio nello stile che predilige i dialoghi così come potrebbero essere ascoltati in qualunque conversazione nella vita di ogni giorno.
Nel racconto "Da dentro i muri" ad esempio il parossismo religioso insito alla raccolta viene riportato mettendo il lettore in condizione di ricostruire la realtà attraverso i dialoghi, lasciando all’autore il compito di dare un indizio alla volta. Ne "La tragedia" la prospettiva cambia di nuovo, il dio in questione adesso è Allah, il racconto è sempre condotto sullo stesso piano dello svelamento in progressione, il risultato è uno dei migliori. In "Bravo bambino (un padre)" tocca ai sacerdoti accogliere la critica autoriale. Secondo me una cifra di possibile sviluppo per questo tipo di scrittura potrebbe essere la sua contaminazione con una realtà nella quale l’orrore entra di soppiatto, nelle cose semplici. Credo che l’autore sarebbe abile a far rientrare nei ranghi dell’abitudine anche le cose più assurde. Lo abbiamo detto, la religione è un pretesto per un discorso illuministico nel quale senza dileggio ne vengono evidenziati alcuni limiti.
Per finire, nel racconto posto al termine della raccolta, "Il dio normalità", è l’autore in carne e ossa che smitizza se stesso e dopo essersi preso gioco di quasi tutti gli aspetti della religiosità (sia come culto del divino sia come re-ligo, ‘attaccamento alle cose’), scende tra la gente, tra i lettori, tra gli agenti letterari, perorando la sua causa di autore pronto per qualsiasi tipo di successo prossimo venturo. Una trovata degna di ogni esordiente che si rispetti, strafottente e allo stesso tempo consapevole dei propri mezzi. Un bel risultato.
Edoardo Monti, autore di "Poema crudele" (Sovera, 2004), qui alla sua prima prova narrativa, dimostra di avere il giusto grado di capacità osservativa della realtà, abbastanza per descrivere ciò che potrebbe accadere in una sorta di dimensione parallela nella quale il paradosso è la norma. L’autore ha scelto la via della semplicità e della contenutezza ma è riuscito a creare personaggi che restano nella mente del lettore, anche con una battuta. In sintesi, un buon esordio.
Al termine della lettura viene voglia di rileggerlo, questo "Vangelo del cavolo", ma è troppo presto, le trovate e le invenzioni che sono presentate devono avere il tempo di decantare, magari la prossima occasione sarà il secondo libro di narrativa di Edoardo Monti.
Edoardo Monti, Vangelo del cavolo, I LIBRI DI EMIL, Bologna, 2010
ISBN 9788896026397
http://www.ilibridiemil.it