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Vangelo del giorno 18 novembre 2013

Creato il 14 novembre 2013 da Lory663
Vangelo del giorno 18 novembre 2013 Antifona d'ingresso
  Dice il Signore:
“Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi”. (Ger 29,11.12.14)
Primo libro dei Maccabei 1,10-15.41-43.54-57.62-64.
Uscì da quelli una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco che era stato ostaggio a Roma, e assunse il regno nell'anno centotrentasette del dominio dei Greci.
In quei giorni sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: "Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali".
Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento;
alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani.
Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani
e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male.
Poi il re prescrisse con decreto a tutto il suo regno, che tutti formassero un sol popolo
e ciascuno abbandonasse le proprie leggi. Tutti i popoli consentirono a fare secondo gli ordini del re.
Anche molti Israeliti accettarono di servirlo e sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato.
Nell'anno centoquarantacinque, il quindici di Casleu il re innalzò sull'altare un idolo. Anche nelle città vicine di Giuda eressero altari
e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze.
Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco.
Se qualcuno veniva trovato in possesso di una copia del libro dell'alleanza o ardiva obbedire alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte.
Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi immondi
e preferirono morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non disonorare la santa alleanza; così appunto morirono.
Sopra Israele fu così scatenata un'ira veramente grande.
Salmi 119(118),53.61.134.150.155.158.
M'ha preso lo sdegno contro gli empi che abbandonano la tua legge.
I lacci degli empi mi hanno avvinto, ma non ho dimenticato la tua legge.
Salvami dall'oppressione dell'uomo e obbedirò ai tuoi precetti.
A tradimento mi assediano i miei persecutori, sono lontani dalla tua legge.
Lontano dagli empi è la salvezza, perché non cercano il tuo volere.
Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo, perché non custodiscono la tua parola.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 18,35-43.
  Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada.
Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.
Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!».
Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò:
«Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista».
E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.
    Meditazione del giorno
Simeone il Nuovo Teologo (ca 949-1022), monaco greco
Etica 5     « Figlio di Davide, abbi pietà di me »   Hai imparato, amico mio, che il Regno di Dio è dentro di te (Lc 16,21) se lo vuoi, e che tutti i beni eterni sono nelle tue mani. Affrettati dunque a vedere, afferrare e ottenere in te i beni tenuti in serbo per te... Gemi ; prostrati.
  Come una volta il cieco, di’ ora anche tu : « Abbi pietà di me, Figlio di Davide, e apri gli occhi della mia anima, affinché io veda la Luce del mondo che sei tu, o Dio mio (Gv 8,12), e diventi anch’io figlio di quella luce divina (Gv 12,36). Tu che sei buono e generoso, manda il Consolatore anche su di me, affinché lui stesso mi insegni (Gv 14,26) ciò che riguarda te e ciò che è tuo, o Dio dell’universo. Dimora anche in me, come hai detto, affinché io diventi a mia volta degno di dimorare in te (Gv 15,4). Dammi di saper entrare in te e di sapere che ti possiedo dentro di me. Tu che sei invisibile, degnati di prendere forma in me, affinché, vedendo la tua bellezza inaccessibile, io porti la tua immagine, tu che sei nei cieli, e dimentichi ogni cosa visibile. Dammi la gloria che il Padre ti ha dato (Gv 17,22), o misericordioso, affinché, simile a te come tutti i tuoi servi, io condivida la tua vita divina secondo la grazia e che io sia con te continuamente, ora e sempre e per tutti i secoli ». 
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