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Ecco, Dio è la mia salvezza;
io confiderò, non temerò mai,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
In quel giorno direte:
"Lodate il Signore, invocate il suo nome;
manifestate tra i popoli le sue meraviglie,
proclamate che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose grandiose,
ciò sia noto in tutta la terra.
Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele".
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,39-56.
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia ».
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Meditazione del giorno
San Josémaria Escriva de Balaguer (1902-1975), sacerdote, fondatore
Omelia del 04/05/1957 “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” Cristo ci spinge (cfr 2Cor 5,14) : ciascuno deve essere non solo apostolo, ma apostolo di apostoli, che trascina gli altri, li spinge a far conoscere Gesù, essi stessi. Alcuni forse si domanderanno come, in qual modo, possono comunicare ad altri questa conoscenza di Cristo. Vi risponderò; naturalmente, semplicemente, vivendo esattamente come voi in mezzo al mondo, impegnati come voi nella professione e nella cura della vostra famiglia... La vita ordinaria può essere santa e piena di Dio; il Signore ci chiama a santificare i nostri impegni abituali, perché lì è anche la perfezione cristiana. Pensiamoci..., contemplando la vita della Madonna.
Non dimentichiamo che la quasi totalità delle giornate che Maria ha trascorso su questa terra si sono svolte in maniera molto simile alle giornate di milioni di altre donne, dedicate pure loro alla famiglia, all'educazione dei figli, agli impegni di casa da svolgere bene. Di tutto questo, Maria santifica fino al più piccolo particolare, quello che molti considerano a torto insignificante e senza valore: il lavoro di ogni giorno, le attenzioni verso le persone amate, le conversazioni o le visite di parenti e amici. Benedetta vita ordinaria, che può essere così piena di amore di Dio!
Poiché ciò che spiega la vita di Maria è il suo amore. Un amore spinto all'estremo, fino all'oblio totale di sé, felice com'era di trovarsi al suo posto, lì dove Dio la voleva, nel compimento totale della volontà divina. Ecco perché il minimo dei suoi gesti non è mai banale, ma appare, al contrario, pieno di significato. Maria, Madre nostra, è un esempio per noi ed una via. Sta a noi cercare di essere come lei, nelle circostanze precise dove Dio ha voluto che ci trovassimo.
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