Il Vicepresidente del Senato della Repubblica, Vannino Chiti, esponente del Partito Democratico, ha parlato di laicità positiva (o sana laicità), cioè quella presente in Italia e riconosciuta anche recentemente dall’Unione Europea.
Non il laicismo promosso da ambienti anticlericali, che in fondo è propaganda di ateismo, ma il continuo dialogo tra politica e religioni, mantenendo i ruoli separati e indipendenti. Dice Chiti: «La sinistra del XXI secolo non può aver paura di un dialogo con le religioni sulla vita e la sua dignità, né può sottrarsi a questo impegno. Del resto il magistero della chiesa ha contribuito ad elaborare e a diffondere la sussidiarietà come asse di una riforma delle istituzioni, in grado di valorizzarne la prossimità ai cittadini: l’impegno di questi ultimi, la capacità di scegliere e di operare costituiscono il fondamento di una rinnovata democrazia. Il cattolicesimo ripone dunque piena fiducia nella libertà e responsabilità della persona».
Sul suo sito web ha scritto inoltre: «Il problema che si pone alla democrazia è quello di consentire una presenza pubblica delle religioni, senza far venire meno, anzi rafforzando, il ruolo dello stato di diritto. Una dimensione pubblica delle religioni è una ricchezza per la nostra convivenza nella società e per la stessa democrazia, nella misura in cui si accompagni – in modo inseparabile – al pluralismo religioso». Conclude Chiti: «È indispensabile evitare che si allarghino i fossati tra cultura laica e cultura religiosa: la necessità è quella di ridefinire un minimo comune denominatore di valori, un’etica condivisa. Occorre fare della laicità un riferimento universale, nel quale si riconoscano credenti e non credenti».