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Variazioni sul biogas (di Luiss)

Creato il 16 maggio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

pur non essendo esperto dell’argomento, mi permetto di lasciare un mio commento (ovviamente criticabile, come mi auguro venga fatto).
La prima e più nobile finalità della produzione di gas metano da digestione anaerobica, riguarda l’utilizzo degli scarti organici dell’industria alimentare. Il CRPA (centro ricerche produzioni animali di RE) ha effettuato (non unico, naturalmente) un certo numero di studi sull’argomento; alcuni scarti mostrano buone rese di conversione, altri offrono rese molto marginali; un esempio: la digestione delle bucce del pomodoro non evidenzia alcuna possibilità applicativa…però dalle bucce si può estrarre il licopene (discusso componente con proprietà interessanti per la salute) e si sta facendo ricerca in questo senso.
Un altro sotto-prodotto che si sta sempre più impiegando per alimentare i digestori è il siero dolce di caseificio; non dispongo di dati sulla resa di conversione, ma mi permetto di ricordare che tale sotto-prodotto dell’industria casearia è una fonte di componenti molto preziosi sia sotto il profilo nutrizionale che quello salutistico. In Italia il siero di latte è sempre stato vissuto come un “problema” (diamolo ai suini), mentre in UE è stato valorizzato e destinato alla nutrizione umana; inoltre, le attuali tecnologie del recupero dei suoi componenti permettono processi molto interessanti.
Si potrebbe estendere l’elenco degli esempi, a dimostrare come spesso si considera scarto un prodotto che contiene ancora una serie di principi preziosi; certo, per l’estrazione di alcuni di questi occorre investire in ricerca (ahimè la cenerentola italiana), ma la galoppante scienza dei materiali offre sempre più opportunità di processi tecnologici “succesful”.
Quindi, tornando all’ “incipit”, la produzione (mi si permetta) “morale” di metano dovrebbe riguardare sostanzialmente materiale di scarto…nel senso di quelle che non hanno più utilità diretta per l’uomo (siamo sicuri che un loro ritorno alla terra non sarebbe altrettanto utile? si dice che il concime organico manca…e si sa il perché).
E qui viene il punto, a mio avviso, fondamentale: la necessità di regolare la diffusione degli impianti. Al momento attuale molti osservatori più attenti ed esperti di me, mi dicono che non si sa più cosa mettere nei digestori…e quindi urge alimentarli anche con qualcosa che scarto non è. Quindi siamo arrivati al paradosso che la prospettiva potrebbe essere di nutrirci con energia elettrica (è una provocazione, naturalmente).
E al proposito di scarti ricordo una confidenza che, parecchi anni fa, mi fece un amico esperto relativamente alle “dinamiche aziende straniere costruttrici degli impianti”; diceva: “questi propongono i loro impianti esaltando le rese…(allora si digerivano soltanto le deiezioni animali); peccato che le alte rese siano possibili soltanto grazie all’integrazione delle feci con melasse (zuccheri)…!”
Spero di aver espresso chiaramente il mio punto di vista: il metano dai digestori di RIFIUTI organici è accettabile, ma quello generato dallo sfibrato di mais NON lo è!! Il mais impoverisce il terreno, ma era diventato una necessità (non per me) per sostenere la produzione lattiera rispetto ai paesi UE dove il prato cresce ovunque per dispetto?; ora colui a cui allude lo “Stronzo di Riace” vorrebbe dirmi che il latte non interessa più? Ma non si diceva in modo accorato che l’UE ci limitava nella nostra potenzialità produttiva di latte?? Non vorrei sembrare approssimativo, ma come ci permettiamo queste assurdità! Chi pensiamo di prendere per il naso?
Le grandi industrie mandano in crisi le piccole…vero! Le piccole industrie si aggrappano al 1° salvagente che trovano (occasione d’oro per lo strozzinaggio malavitoso)? vero! Ma torno a ripetere ciò che dissi in altro thread: fare rete! fare sistema! aggregarsi! è l’unico strumento per diminuire i costi, non soccombere…e, forse, le piccole imprese casearie che non producono DOP (mozzarella) non sarebbero messe in crisi dalle grandi, che non producono DOP, ma usano latte francese che costa meno (perché costa meno, dott. Antonio?).
Ma li possiamo immaginare i nostri agricoltori e piccoli produttori organizzarsi così?….mi vien da sorridere…
Si dirà: “occorre un progetto politico!”….stendiamo un velo pietoso come si faceva per i cadaveri degli appestati…
Sfruttamento del territorio: l’unica speranza la ripongo nella Costituente dei Beni Comuni…un nuovo concetto di proprietà.

PS. per Giacomo: quasi tutte le colture sono in ginocchio…vedremo cosa sortirà, ma la vedo un po’ nera…chissà cosa metteremo nei nostri numerosi digestori? Passando oltre la questione del bilancio energetico, io sono un profondo sostenitore del fotovoltaico; la notte il sole non c’è, ma di giorno ci invia grandi quantità di energia…convertibile nella forma più nobile di energia: quella elettrica. Potrebbe diventare la fonte principale per l’indipendenza energetica a patto che venga rispettato il suolo. Sento già molti esperti disquisire sui problemi del fotovoltaico…valutiamo il galoppo della scienza dei materiali (le applicazioni dei grafeni, ad es. potrebbero rivoluzionare i pannelli…). RICERCA, RICERCA, RICERCA!!! e investimenti utili e mirati!!!!

LUISS

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