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Vasco Pratolini, Firenze – Dalla strada di Careggi alla Fortezza da Basso

Da Paolorossi

Firenze - Fortezza da Basso

Firenze – Fortezza da Basso

“Vieni, vieni, sii buono. Era il gelato la sorpresa, era per merenda la schiacciata con l’uva? Quando montiamo sul Ventotto, vuoi star ritto accanto al manovratore?”

Il fattorino girava la puleggia, e il manovratore smetteva di fumare, scampanellava, infilava la chiave del contatto, impugnava la manopola, via! Dalla strada di Careggi alla Fortezza da Basso: un viaggio che poi, a piedi,  non era mai altrettanto lungo e pieno d’emozioni. Oggi, con la moto, nonostante il traffico e le buche di via del Romito, ci vogliono si e no cinque minuti. E’ l’unica parte della nostra zona rimasta uguale. Solamente tra il ponte aereo su cui passa la ferrovia e la rampa a cavallo del Mugnone, lo spiazzo s’è allargato : la stazione della Shell fa da bivio, e sembra aver sospinto lontano, da un lato la vetreria di Veschi, dall’altro la chiesa. Il tram, giù per la discesa, correva parallelo al torrente, lo sovrastava: se toglievo gli occhi dal quadro di comando e guardavo fuori del finestrino, mi pareva di volare.

“No, questo non è più il Terzolle. E neanche l’Arno. Questo, è, dillo: il Mugnone! L’Arno è un fiume grande. Questi sono due fiumicini che vanno passo passo, e quando si toccano, in mezzo c’è Rifredi. Non sei mai stato nemmeno dove il Terzolle va a riposarsi nel Mugnone? Dove c’è quella casina col gallo di ferro che gira come vuole  il vento e intorno un’albereta.”

( Vasco Pratolini, La costanza della ragione, pag. 31 – Mondadori, 1963 )

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