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Vaticano: la morale degli immorali - Il Fatto della Settimana

Creato il 31 maggio 2012 da Matteviola90
Ecco la 17 puntata del Fatto della Settimana, questo è il link per iscrivervi al canale youtube: http://www.youtube.com/user/IlFattoSettimana
Vaticano: la morale degli immorali - Il Fatto della Settimana Gli ultimi dieci giorni sono stati caratterizzati da una serie di evente, che ha visto come protagonista il Vaticano: prima la cacciata di Ettore Gotti Tedeschi dallo Ior (il quale combatteva il sistema marcio che esiste all'interno dell'Istituto di credito), poi la guerra ai corvi, ed infine l'arresto di Massimo Ponzellini. Le ultime vicende hanno confermato che, in Vaticano, chi si avvantaggia del sistema o si fa i cazzi suoi, fa carriera; chi invece va contro i potenti di turno, viene cacciato a calci nel culo. E noi dovremmo ricevere insegnamenti e morali da questa gente? La morale degli immorali.

Ecco l'articolo:
Vaticano: la morale degli immorali - Il Fatto della Settimana Gli ultimi dieci giorni sono stati caratterizzati da una serie di eventi, che ha visto come protagonista il Vaticano: prima la cacciata di Ettore Gotti Tedeschi dallo Ior, poi la guerra ai corvi ed infine, anche se tocca solo indirettamente la Santa Sede, l'arresto di Massimo Ponzellini. A mio modo di vedere, la caccia ai corvi è un'operazione mediatica, non a caso venuta fuori proprio quando si è innescata una reazione a catena di eventi fatali per il Vaticano. Anche perché all'interno delle mura vaticane c'è gente ben peggiore dei corvi: ex piduisti, ex piquattrista, riciclatori di denaro tramite lo Ior, corrotti, pedofili (poi ovviamente c'è anche brava gente, ci mancherebbe). Ma in questi giorni, hanno fatto passare il Corvo (il maggiordomo del Papa) come il peggiore dei delinquenti, quando rispetto a tanti preti e laici, pare una mammoletta. All'interno della Santa Sede si sta verificando qualcosa di incredibile, di mai successo prima: la Curia, sfiduciando Gotti Tedeschi, si è messa contro la volontà del Papa (che aveva scelto Tedeschi). In sostanza si capisce che ormai il Papa è solo, isolato da molti. La parte che conta in Vaticano, si è divisa in due correnti: una, molto consistente, pare voglia la rimozione di Bertone dal suo ruolo; l'altra invece lo difende. Quest'ultima, guidata dal cardinale Segretario di Stato, è la corrente che ha sfiduciato l'ormai ex Presidente dello Ior. Vaticano: la morale degli immorali - Il Fatto della Settimana Infatti, Tarcisio Bertone è stato un nemico accanito di Ettore Gotti Tedeschi. L'episodio culmine dello scontro tra i due, è avvenuto nella vicenda San Raffaele, quando il cardinale espresse la volontà di tentare, insieme all'amico Geronzi, una scalata all'ospedale di don Verzé; Tedeschi si dimostrò contrario e fece pressione per far fallire l'operazione. Bertone non gli ha mai perdonato questa opposizione diretta e quando è venuto fuori lo scandalo San Raffaele, si è preso i meriti della decisione di rinunciare alla scalata, attribuendo a Gotti colpe che non aveva. L'ex Presidente dello Ior comunque non si è messo solo contro il solo Segretario di Stato, ma si è scontrato con tutto il sistema.. L'opera di ridimensionamento dello Ior, messa in pratica da Tedeschi, per far entrare il Vaticano nella White list, ha dato una noia pazzesca a coloro che continuano ad avvantaggiarsi della bolla, che protegge l'istituto di credito. Fra questi ovviamente c'è anche il cardinal Bertone, che pare non seguire la linea dettata dal Papa: quest'ultimo infatti aveva chiesto di attuare una riforma antiriciclaggio seria, per far dello Ior un istituto di credito normale. A parole la Curia era d'accordo, ma quando si è trattato di agire, si è tirata indietro. Prova ne sia che quando nel dicembre 2010, il Papa istituì l'Autorità di informazione finanziaria, per portare lo Ior nella White list, in un primo momento furono tutti d'accordo, ma dopo qualche mese, per iniziativa del Segretario di Stato, la Curia iniziò a sostenere la tesi, secondo la quale le regole sulla trasparenza non valessero per le operazioni passate. In più, vennero emanate delle nuove norme che paralizzarono il lavoro della nuova Autorità. Tradotto, al Vaticano fa comodo che lo Ior resti una banca che vive nell'oscurità, per poter continuare a fare quello che ha sempre fatto (vedi Crac dell'Ambrosiano, Scandalo Enimont, Operazione Sofia, Caso Fiorani e Indagine tuttora aperta sul riciclaggio) Ma torniamo alla cronaca di questi giorni: Martedì 15, il board dello Ior ha sfiduciato il presidente, Ettore Gotti Tedeschi, accusandolo di “non aver adempiuto ai doveri di presidente”, “di aver abbandonato” o non aver “partecipato ai consigli”, di aver diffuso “documenti riservati”, di non aver “difeso pubblicamente l'Istituo con i media”, e di aver “creato stati di tensione” nell'Istituto. Le motivazioni della sfiducia, messe così, non si reggono in piedi: dietro c'è ben altro. Infatti una cospicua componente della Santa Sede voleva da tempo cacciare Tedeschi, perché troppo critico nei confronti di un sistema corrotto e marcio, per far sedere al suo posto Ronaldo Herman Schmitz. Schmitz, 73 anni, è stato ex Ad e vicepresidente della Deutsche Bank, ex Dirigente e Presidente del Cda della multinazionale chimica Bosf, ed è tuttora membro della Trilateral Commission. Un personaggio di fama mondiale, rispettato dalle istituzioni sovranazionali, messo lì dalla Curia per portare fuori dalla inchieste giudiziarie lo Ior, e per evitare le continue richieste di adeguarsi alla normativa antiriciclaggio. Schmitz dovrà convincere gli enti sovranazionali che all'interno dello Ior tutto è cambiato. Questa mossa, secondo la Curia, garantirà l'entrata dello Ior nella White list. Ed ovviamente, grazie all'ex funzionario della Deutsche Bank, lo Ior non dovrà adeguarsi alle leggi sulla trasparenza. L'Istituto è l'eterno Gattopardo: cambia tutto per non far cambiare niente. Fa strano sapere che un personaggio come Tedeschi, sia stato cacciato perché troppo ostile alla politica dello Ior. Perché Gotti non è di certo un personaggio caduto lì, senza avere un minimo di esperienza nel settore. Tutt'altro: nel Fatto della Settimana “Corruzione pura e casta”, lo definii LinGotti Tedeschi, per la sua propensione agli affari. Il suo curriculum parla da solo e ci dice fa capire che a certi tipi di situazione, l'ex Presidente dello Ior c'è abituato, avendo lavorato ad altissimi livelli: nel 1985 ha lavorato come banchiere d'affari per la finanziariaPromicom (del gruppo Imi-BNL), per poi passare alla Merchant Bank SIGE (del gruppo Imi). Alla Merchant, Tedeschi ha conosciuto il banchiere Roveraro, con il quale ha fondato la banca d'affari Akros; dal 1990 al 1991 è stato nel Cda della Parmalat e nel 1992 ha lasciato Akros, per fondare la filiale italiana del gruppo spagnoloBanco Santander; nel 1993 è stato nominato presidente per l'Italia, di Finconsumo banca S.p.A. (poi diventataSantander consumer bank S.p.A), e grazie a questo incarico affidatogli, ha gestito le operazioni italiane del Banco Santander. Nella sua vita professionale ha ricoperto anche numerosi incarichi in fondazioni bancarie, ed è tuttora nel Cda del Sanpaolo Imi e nel Cda della Cassa Depositi e Prestiti (messo lì da Giulio Tremonti, prima dal 2004 al 2007, poi dal 2009 ad oggi). Ecco, curriculum alla mano possiamo dire che LinGotti Tedeschi, non è proprio una mammoletta in questo settore: chissà quante ne avrà viste nella sua vita professionale. Questa situazione deve far riflettere, perché se si scandalizza anche uno come Gotti Tedeschi, figuriamoci cosa succede nell'Istituto di credito vaticano. Pensavo che lo Ior avesse toccato il fondo riciclando i denari di Cosa Nostra, ma molto probabilmente mi sbagliavo di grosso. Vaticano: la morale degli immorali - Il Fatto della Settimana Comunque, prima di diventare Presidente dell'Istituto, Lingotti fu chiamato all'interno delle mure vaticane, per far parte del Comitato Finanza e Gestione. Questo aveva il compito di far migliorare la situazione finanziaria dello Stato Vaticano, ma ben presto è finito nell'occhio del ciclone, accusato da monsignor Viganò (l'arcivescovo coraggioso, trasferito oltreoceano per punizione. O per promozione, dal punto di vista vaticano) di “Fare più il loro interesse che i nostri. Ad esempio nel dicembre 2009, in una sola operazione, ci fecero perdere 2,5 milioni di Dollari”. Il suddeto Comitato era composto da quattro banchieri di indiscussa notorietà: Lingotti Tedeschi, Carlo Fratta Pasini, Pellegrino Capaldo e Massimo Ponzellini. Quest'ultimo non è un omonimo del Massimo Ponzellini arrestato in questi giorni: è proprio lui. Per Ponzellini, ex presidente della Banca Popolare di Milano, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari nella giornata di Martedì 29 maggio, per aver concesso un prestito (ai tempi che era presidente della BPM) alla Atlantis, società di gioco d'azzardo, secondo la Procura, legata a Cosa Nostra. Atlantis infatti è una società offshore, con sede alle Antille olandesi, collegabile a Francesco e Carmelo Maurizio Corallo, figli di Gaetano Corallo, condannato per reati di mafia e legato al clan di Nitto Santapaola (il boss che, secondo le parole del pentito Maurizio Avola, sarebbe stato in contatto anche con il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, l'imputato coatto. Più coatto che imputato). Per questo finanziamento, Ponzellini si sarebbe speso personalmente “in modo anomalo”, ricevendo in cambio mazzette per 5,7 milioni di Euro. L'indagine in questione è la solita che vide coinvolto il deputato PdL Laboccetta, il quale scappò con un pc sottobraccio, durante una perquisizione eseguita dalla Guardia di Finanza, ai danni di Massimo Ponzellini. Il pc fu restituito poco dopo, ma risultò formattato. Ponzellini è considerato il banchiere della Lega (che contesta le banche ed i poteri forti, ma quando prendono un banchiere a rubare e lo ficcano dentro, questo, spesso e volentieri, è legato alla Lega. Vedi Fiorani), ma è anche molto vicino a La Russa, alla Santanché, a Romani ed a Brancher. La Magistratura proseguirà le sue indagini, ma per adesso, pare che dietro l'ex n. 1 della BPM ci sia un giro di soldi e mazzette importante: staremo a vedere. Comunque sia, pensate voi che gente si è messa in casa il Papa. È l'ennesima conferma che per i delinquenti d'élite (ossia quelli che truffano la gente per milioni di Euro o prendono maxitangenti), oltre al Parlamento esiste un'altra aspirazione, un altro punto d'arrivo: il Vaticano. Sull'arresto di Massimo Ponzellini, per adesso, il Vaticano tace, forse addolorato. Sono curioso di sapere come si esprimeranno Bertone & Co. a riguardo. Sempre se si esprimeranno... Purtroppo questo è il Vaticano. Possiamo esere cattolici o no, ma dobbiamo per forza riconoscere, che, all'interno di esso c'è ben poco di santo. La cosa orribile è che i massimi vertici della Santa Sede non perdano occasione per condannare apertamente i corvi, gli omosessuali e le coppie di fatto (neanche fossero la rovina del mondo), mentre quando scoprono un prete pedofilo, gli danno una pacca sulla spalla e lo trasferiscono senza denunciarlo, né scomunicarlo. Secondo loro, chi intralcia gli affari sporchi dello Ior va condannato, mentre un prete pedofilo va aiutato. Ecco, secondo me loro dovrebbero essere aiutati: da uno bravo! E noi dovremmo riceve insegnamenti e morali da questa gente? La morale degli immorali...
di Simone Ferrali



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