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Se amate il genere glam-rock evitate di leggere quanto segue, che è più un promemoria per chi scrive che una recensione vera e propria, io di quel genere musicale salvo ben poca roba e quindi del film pure, di riflesso.
Si ispira, in alcuni casi dichiaratamente in altri è deducibile, alle vite di Oscar Wilde, David Bowie ed altri. A me il titolo ricorda il gruppo di Lou Reed, i Velvet Underground (del quale Bowie fu corista, per la cronaca), altri rappresentanti del genere. Con la vita di una star di fantasia di nome Brian Slade si vede un po' la nascita del glam, il suo irrompere nella scena musicale, una star che si è fatta "uccidere" sul palco durante un concerto. Tramite un giornalista che indagherà anche sulla presunta farsa dell'omocidio, la vita di Slade la si vedrà descritta. Fatto bene il film, qualche momento noioso e lento ma costumi sgargianti e riprese sfarzose, canzoni ben interpretate, nulla da dire, dal punto di vista squisitamente cinematografico è passabile.
Chiudo qui la sinossi e il giudizio personale puramente filmico.
Siete ancora qui? Be', io ora sparo ciò che penso sul glam, dettato dal mio gusto musicale, con la massima sincerità: questa musica mi nausea. Non tutta, come detto qualche pezzo mi piace, qualcosa di Bowie, di Lou Reed, ma poco poco poco, l'ascolto di rado e possibilmente i brani più tendenti al rock duro che i melodici.
La parola glam (che abbinerei al pop, per me la parola Rock è sacra) e i suoi derivati mi danno già il voltastomaco, ed il nome al genere è azzeccato: tanto fumo e arrosto zero, tanta attenzione all'immagine, all'apparenza, si creano stelle per i media in un attimo, bastano 4 ingredienti giusti, ma la musica, quella che richiede di farsi il culo a studiare su strumenti e spartiti, niente o poca e cara grazia se ne viene bene un pezzo ogni tanto, ma lì finisce. Ai tempi, da ragazzo, quando ero molto più duro e puro di ora come spesso sono i giovani, i rappresentanti del genere (che non sapevo si chiamasse glam) li trovavo insopportabili. Anche i gruppi che ascoltavo io curavano look ed immagine, come tutti nella musica, ma in un modo che ritenevo molto più vicino ai miei gusti. Pensavo, con gli anni passati e la vecchiaia dietro l'angolo, di riuscire a digerirli, invece niente, disgusto totale, a un certo punto sulle canzoni ho cominciato ad andare avanti veloce per raggiungere la storia narrata altrimenti m'addormentavo secco. Lo so lo so! Questo film ed alcuni brani sono da culto! Non per tutti, prendetene atto, per me è monnezza.
Questa poi è bella: ho detto "la storia narrata"? Lapsus, deformazione da recensore. Le "storie" sono insulse, insignificanti quanto le persone, totalmente prive d'interesse per me. Chissenefrega di 'sta gente! Sono omosex?, bisex?, trisex?, drogati o meno?, dovrei emozionarmi per queste cose ma non mi riesce. Gente inutile e salvo qualche eccezione la loro comparsa ed eventuale scomparsa sulla faccia della terra mi ha lasciato indifferente. Trucchi, costumi, acconciature passino, ma quelle facce di merda ammiccanti in continuazione... ma vaffanculo. Non ho potuto non pensare allo sguardo "Blue Steel" del protagonista di Zoolander, satira riuscitissima di Ben Stiller proprio rivolta al mondo glam-glamour, film divertentissimo e a suo modo spietato.
Se a qualcuno piace 'sta roba non se la prenda, mi spiace ma la penso così, non potevo dire nulla di diverso. Avevo avvisato all'inizio eh! Onore al film però, lo dico sinceramente e infatti non lo metto nell'Ade. Ha rappresentato alla perfezione quel mondo e mi ha definitivamente convinto che da quella roba sono lontano anni luce. Io non sono nemmeno alla lontana un esperto di musica e dei suoi generi, per cui biasimare il glam nella sua interezza non mi sento di farlo, ho giudicato quello che si sente e si vede nel film e quel poco altro che conosco.
Torno in Taverna, nella grotta dei rozzi e spartani, vino in botte e boccali di legno, spiedi a cuocere, odore di sudore e fatica, vestiario quanto necessita a coprirsi e star comodi, a sentire la musica che mi piace, lontanissima da questa.
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