Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa e la sua analisi sul fenomeno Berlusconi: “Noi abbiamo continuato ad immaginare – spiega Vendola – che Berlusconi fosse un problema della politica e non ci siamo accorti che molto prima che un problema della politica è un problema della cultura. Berlusconi non ha vinto nelle tribune elettorali, ma nella trasformazione dell’immaginario. Che cosa è in fondo se non la proiezione sulla scena pubblica del linguaggio dei reality”.
Da tempo non si ascoltava un esponente politico parlare con tanto calore, con tanta determinazione. Nichi ha parlato di tutti i temi che i “tanto temuti comunisti o uomini di sinistra” non hanno paura di affrontare: Berlusconi come problema culturale di un Paese, l’opposizione che non vuole voti ma volti, di stanze dei bottoni che non si vogliono abbandonare, di una alternativa al Berlusconismo che non esiste.
Punti cardine dell’intervento di Vendola sono stati il lavoro e la libertà, perchè : “Abbiamo bisogno di riprendere la libertà che il Berlusconismo ci ha tolto, non siamo più una democrazia…si può chiedere a un operaio a 1200 € al mese di farsi carico dello sfacelo in cui ci hanno portato? Gli si può chiedere di salvare gli squali”? – “Marchionne è un manager che guadagna 450 volte più di un operaio è modernità? – questa modernità in cosa consiste, se gli operai perdono il diritto allo sciopero o alla pausa pranzo”?
In effetti la vita si è fatta amara, la povertà dilagante, la disoccupazione va crescendo, la protezione sociale si sta smantellando, la copertura medica, le pensioni, le assicurazioni sociali, sono tutte rimesse in discussione: mentre le ricchezze sono aumentate e, nei prossimi anni, potremmo produrre ancora di più beni e servizi con meno lavoro, ma di questo non si parla mai nel dibattito pubblico politico. Insomma centinaia di migliaia di cittadini stanno male e sono anche dimenticati. La propaganda governativa li nasconde e la capacità dei sistema assistenziale italiano, a differenza di quelli di altri Paesi europei, non prevede quasi nessuna tutela per loro.
Una riflessione che dovrebbe impegnare immediatamente il Parlamento, occupato però a “tagliare” aree essenziali del bilancio nazionale (scuola, sanità, ricerca, trasporti, beni culturali) o a discutere di “federalismo”, intercettazioni o giustizia (per limitare l’azione della magistratura).
“Negli ultimi anni non si è investito e la ricchezza è stata trasferita in chi comanda”.
In effetti il mondo non si può governare guardando ciascuno al proprio giardino: occorre inserire il proprio giardino nel contesto più generale. Ed è in questo “contesto generale” che vediamo come la crescita della ricchezza mondiale va a vantaggio di un gruppo ristretto di persone. Negli ultimi anni il numero dei più ricchi è raddoppiato mentre il numero dei più poveri è triplicato.
Il Belpaese di Berlusconi non esiste, ma paradossalmente nessuno lo sa perché specialmente “lui ” fa finta di non saperlo e continua a dire che va tutto bene e che “lui” risolverà tutto…
Di fronte al clim
a che si respira per strada, nei negozi, nei luoghi di lavoro, di fronte all’aumento dei debiti delle famiglie e delle disparità tra ricchi e poveri servirebbe uno scatto della politica. Invece il governo non si cura del dramma sociale in atto, e l’opposizione parlamentare è schiacciata tra inchieste della magistratura e appelli giustizialisti”.“Noi dovremmo essere coloro che sanno indicare, in una eventuale elezione anticipata, il fallimento di una dirigenza e di una proposta di governo. Ma il centrosinistra, ancora oggi, non è un’alternativa”.
E allora?