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Vendola può fare quello che vuole

Creato il 14 maggio 2011 da Jitsumu
Vendola può fare quello che vuoleL'imam Ali Abu Shwaima della moschea di Segrate, la seconda per importanza in Italia dopo quella di Roma, spiega che “i musulmani di Milano non devono votare i candidati della lista di Sinistra Ecologia e Libertà perché il suo leader, Niki Vendola, in quanto omosessuale ha una condotta che non va d'accordo con l'etica islamica”. Il capo religioso musulmano, pur ritenendo che sia giusto votare a sinistra perché è lì che l’islam trova posizioni più vicine ai suoi ideali, ha però aggiunto che nella sinistra ci sono diverse componenti, e certamente quella di Sel, dove sono candidati alcuni musulmani, non è la più consona perché la condotta del suo leader contrasta con l'etica islamica e la sua religione non può condividere questo “comportamento”. Scegliendo di non soffermarsi sull’arretratezza culturale e l’assoluto disprezzo per i diritti umani che si respira nel commento del capo religioso, è opportuno però porre l’attenzione su una frase che l’imam pronuncia seguitando ad argomentare circa la sua posizione e l’invito conseguentemente rivolto ai fedeli: “non chiedo ai musulmani di essere contro gli omosessuali, ma nemmeno di dare loro la propria preferenza nella cabina elettorale. Vendola vive in una società che non è musulmana, quindi può fare quello che vuole, ma io mi trovo in difficoltà a votare una persona così. Per questo ho chiesto ai musulmani milanesi di non votare nemmeno Davide Piccardo e gli altri candidati di Sel”.   Quello che appare sconcertante è l’inciso in cui Ali Abu Shwaima dice senza mezzi termini che il leader di Sel può godere del diritto di manifestare e vivere liberamente il proprio orientamento sessuale solo perché si trova in una società non musulmana, chiudendo implicitamente con questa affermazione ogni spiraglio di apertura dell’islam ai valori di libertà individuale, di laicità dello Stato, di tutela dei diritti fondamentali dell’individuo, di rispetto della dignità umana, di libertà, di democrazia, di uguaglianza, di Stato di diritto e di rispetto dei diritti umani, valori che in Europa sono costati battaglie e sangue lungo secoli e secoli, e che attraverso questo tempo lunghissimo sono arrivati ad essere iscritti nei principi fondatori dell’Unione, comprendendo, è qui il caso di ribadirlo, anche i diritti delle persone appartenenti a minoranze.  
L'Unione delle comunità islamiche in Italia, per bocca di Fouad Selim, direttore del centro islamico di Monza, ha replicato: "Noi appoggiamo chi dimostra sensibilità per la nostra causa e diciamo che quella di Ali Abu Shwaima è una posizione isolata. Voglio rimarcare come, nell'ascoltare le sue parole, ho letto espressioni di disagio anche nei volti degli altri fondatori della moschea di Segrate. Va quindi ribadito che la fatwa da lui emessa non vale".
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