Magazine Diario personale

venerdì del libro- sotto i lillà di L.M. Alcott

Da Leucosia

per l’appuntamento settimanale con il venerdì del libro, ideato da Home made mamma, questa volta torno a  recensire un vecchio amore libresco, ovvero l’autrice che ha segnato con i suoi romanzi quasi tutta la mia prima fase di lettrice in erba, dagli otto anni in su!

Sì, sto parlando si lei, di Louisa May Alcott, la grande romanziera per ragazzi nordamericana, che verso la fine dell’800 spopolò con i suoi racconti incentrati sulle sorelle March innanzitutto, e poi sui vari sequel a loro dedicati.  Oltre al fascino esercitato su di me proprio come donna e romanziera, tant’è vero che il pallino di scrivere l’ho direttamente estrapolato dalla sua avida lettura -arrivando a collezionare anche i romanzi meno noti e i racconti  gotici che pure la Alcott ha scritto in tempi non sospetti-  il carattere spiccatamente pedagogico del suo mondo letterario, dedito all’arricchimento morale delle nuove generazioni, trova ampio respiro in questo breve romanzo, delicato come il colore dei lillà di cui il titolo è ingentilito.

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Sotto i lillà  ha come protagonista un giovane ragazzino, Ben Brown  scappato dal circo dove lavorava costrettovi a suon di botte, insieme al suo fido Sancho, un barboncino ammaestrato. Vagabondo e affamato un giorno giunge non visto ai cancelli di una vecchia villa, dove si stanno preparando grandi festeggiamenti in onore di una bambola di porcellana: le due sorelline Bab e Betty non si accorgono dell’intruso sino a che il cane spinto dalla fame   fa irruzione sulla tavola imbandita rubando la torta della merenda. Quella torta però venne restituita poco dopo intatta e qualche giorno dopo,  il piccolo vagabondo alla fine fu scoperto nella rimessa della villa. Nutrito, lavato, accudito, Ben Brown racconta alla mamma delle bimbe le sue peripezie, si dice esperto di cavalli, e aggiunge che sta aspettando il ritorno del suo papà, partito a cercar fortuna verso Est. La mamma delle bambine lo accoglie in casa come figlio suo, ma poco tempo dopo la proprietaria della villa fa improvvisamente ritorno, e venuta a conoscenza della storia d Ben lo prende a ben volere. Aggiungerei fortunatamente, perchè purtroppo si scopre che Ben è diventato orfano – il papà ucciso da un poco di buono laggiù lontano. L’affetto della signorina Celia aiuterà Ben a non perdere la speranza, a reagire, a farsi ragazzo con la testa sulle spalle, nonostante la perdita.  e nonostante le tante peripezie che comunque nel corso della narrazione vede capitargli addosso: una tra tutte, la sparizione misteriosa del suo amico Sancho, e le mille difficoltà affrontate per ritrovarlo.

Non svelo il finale….non sarebbe giusto!

Il mio consiglio è di leggerlo o per chi già lo conoscesse, di rileggerlo. In questi giorni in cui i tg sono colmi delle storie di bambini migranti, di barconi alla deriva,  e di leggi contro i clandestini, dove si perde tra mille parole il senso delle reali necessità di chi farebbe di tutto pur di vivere dignitosamente, Dove il termine accoglienza,  è centrale nel romanzo, perchè  una vita può rinascere solo se c’è qualcuno che la sostiene e la abbraccia.

Louisa May Alcott

“Sotto i lillà”

Edizioni Mursia , collana Corticelli

11,30 euro



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