Dopo quella di mercoledì, che ha causato almeno 600 morti (altre fonti parlano di migliaia di vittime), oggi l’Egitto vive un’altra giornata di violenze. La Fratellanza Musulmana scende di nuovo in piazza per manifestare contro la destituzione del Presidente eletto Morsi, deposto con un golpe militare poche settimane fa.
Dirette di
Repubblicahttp://www.repubblica.it/esteri/2013/08/16/news/egitto_16_agosto-64838108/?ref=HREA-1
Il Post
http://www.ilpost.it/2013/08/16/live-scontri-cairo/
Il Sole 24 Ore
I Fratelli Musulmani hanno invitato i propri sostenitori – si parla di milioni di persone – a tornare a protestare, per chiedere il ritorno al potere dell’ex presidente Mohamed Morsi. Venerdì mattina la televisione di stato ha detto che l’esercito è stato dispiegato per proteggere le strutture considerate “importanti e vitali”: ad esempio, sono state bloccate tutte le entrate e le uscite di piazza Tahrir, e code di carri armati si sono dirette nella zona di Nasr City e in quella della moschea di Rabaah al-Adawiya, il punto del Cairo dove mercoledì ci sono stati gli scontri più violenti.
Le due fazioni in lotta, i sostenitori del nuovo regime e quelli simpatizzanti dei Fratelli Musulmani, hanno ampiamente superato il limite.
Fonti del governo dicono questo:
Ambasciatore egiziano a Roma: “Nei campi sgomberati armi e fosse comuni di persone torturate”. Le autorità egiziane sono state costrette a sgomberare le piazze occupate dai pro-Morsi “specialmente dopo che sono stati scoperti all’interno di questi accampamenti immensi arsenali di armi e fosse comuni per persone decedute da decine di giorni dopo essere state torturate”. Lo dice all’Ansa l’ambasciatore egiziano a Roma Amr Helmy.
Ma l’opposizione islamica parla di migliaia di morti uccisi dalla giunta militare al potere. Intanto il mondo si mobilita. Stati Uniti, Germania e la stessa Turchia hanno condannato le azioni dei giorni scorsi.
Presidente turco: “Una vergogna per Islam e mondo arabo”. “Quanto è avvenuto in Egitto è una vergogna per l’islam e per il mondo arabo”. Così il presidente della Turchia, Abdullah Gul, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa turca Anadolu. “Provo un dolore profondo per ogni singolo egiziano rimasto ucciso”, ha detto Gul nel corso di una visita in Azerbaigian. Il governo turco ha sempre appoggiato con decisione il presidente egiziano deposto Mohammed Morsi, essendo per il mondo arabo un esempio di presidente islamista eletto democraticamente, e ha duramente condannato la sua destituzione del 3 luglio
L’Arabia Saudita invece sembra appoggiare il governo in carica:
Messaggio tv del re Abdullah: “Arabia Saudita con l’Egitto e contro il terrorismo”. Appello al mondo arabo: agire uniti contro i tentativi di destabilizzare l’Egitto
Nel frattempo la furia islamica si abbatte sulla minoranza cristiana copta (il 10% circa in Egitto), assalti alle Chiese:
al-Arabiya: incediata chiesa copta al Cairo. Alcuni attivisti dei Fratelli Musulmani avrebbero incendiato la chiesa copta della Vergine Maria al Cairo. Lo ha riferito la tv al-Arabiya. In precedenza padre Rafiq Greiche, portavoce dei vescovi cattolici egiziani, ha denunciato che “40 chiese – di cui 10 cattoliche e 30 tra ortodosse, protestanti e greco-ortodosse – sono state razziate o date alle fiamme” durante la nuova ondata di violenza che ha colpito l’Egitto.
Mentre l’esecutivo perde pezzi. Nomi importanti che avevano appoggiato il golpe anti-Morsi stanno abbandonando:
Dopo el-Baradei si dimette portavoce del Fronte di Salvezza. Khaled Daud, il portavoce del Fronte di Salvezza nazionale, partito che al momento sostiene il governo ad interim dopo la deposizione del presidente Morsi, ha rassegnato le proprie dimissioni. Lo si apprende dai media locali. Ieri era stato il vicepresidente provvisorio, Mohammad el-Baradei, a lasciare il proprio incarico istituzionale.
Paura anche per gli oltre ventimila italiani presenti nel Paese. L’imperativo è restare nei ‘resort’ e non muoversi:
L’ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari ha invitato “tutti gli italiani in Egitto, residenti e non, a non muoversi e a rimanere all’interno dei resort almeno fino a quando la situazione non lo consenta”.
Come è esplosa la violenza? Una analisi tratta da Il Sole 24 Ore:
“I Fratelli Musulmani pagano con il sangue i loro errori, tra i quali il principale è stato quello di disperdere i grandi consensi conquistati regolarmente alle urne, inimicandosi con il loro progetto egemonico una parte consistente della popolazione che si è rivoltata invadendo piazza Tahrir.
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Una cosa è certa: al comando in Egitto non c’è una democrazia ma un regime pretoriano e i generali, con l’appoggio delle folle di Tamarrod, hanno condotto un colpo di stato che rischia di precipitare il Paese in uno stato di conflittualità permanente
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La responsabilità degli eventi è in primo luogo dei militari, anche se i Fratelli Musulmani hanno dimostrato di essere incapaci di avviare un negoziato concreto con le loro richieste fuori dalla realtà, come il ritorno senza condizioni allo stato precedente il colpo di stato.Le conseguenze di questi eventi vanno ben oltre il Cairo e l’Egitto. La contro-privamavera araba sta vivendo momenti drammatici anche in Tunisia e in Libia, per non parlare della Siria, da due anni nel gorgo della guerra civile”