Cresce la voglia di uscire dal tunnel di una crisi senza fine per tornare a vivere nella normalità, ma cresce pure la voglia di “staccarsi” da chi si ritiene un peso morto: 100mila firme raccolte in appena due giorni per l'indipendenza del Veneto nei gazebo allestiti dal Carroccio in tutta la regione. Non sta nella pelle Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, che ringrazia i militanti e i cittadini: "La Lega c'è, la Lega corre, ma non solo la Lega. Tanta gente ai gazebo, al di là delle ideologie politiche per quello che è il futuro. Quest'anno - ha chiosato - ci saranno i referendum per l'indipendenza in Catalgona e in Scozia, e io spero che il Veneto faccia da apripista in Italia". La Lega Nord, cifre alla mano, mostra la sua voglia di "staccarsi" dallo Stato centrale. Una convinzione che viene rafforzata anche da altre cifre diffuse dal centro studi e indagini della Liga Veneta. Fari puntati sul debito pubblico italiano, al 130% del Pil, e che "sottrae circa 85 miliardi di euro all'anno per il pagamento degli interessi". Lo studio ricorda la centralità della questione del debito, che in base agli accordi-capestro stretti con la Ue "dovrà essere progressivamente ridotto fino a portarlo alla soglia del 60% del Pil". Il report sottolinea poi come "alle Amministrazioni locali è imputabile appena il 5,2% del debito pubblico" complessivo, il 94,8% è imputabile alle amministrazioni centrali! La proposta del centro studi, che viaggia di pari passo con la proposta di indipendenza del Veneto, è quella di "regionalizzare" il debito. In un simile scenario, il Nord Italia "si accollerebbe una quota di debito pubblico centrale pari a 734 miliardi di euro (il 36,8% del totale)", contro i 331 miliardi del Centro (16,6%) e i930 miliardi del Sud (il 46,6%). Nel dettaglio, per il Veneto, la quota di debito territoriale, ossia il "prezzo dell'autonomia", è pari a 117 miliardidi euro, pari a 23.928 euro procapite. "In linea teorica - spiega il comunicato - questa cifra potrebbe costituire il 'costo' di una totale autonomia della Regione dallo Stato centrale italiano). Lo studio sottolinea anche che "la quota di debito statale attribuibile al Veneto nel giugno 2012 era di 109 miliardi di euro: in un anno e mezzo, dunque, il 'prezzo della libertà' per il Veneto è aumentato di ben 8 miliardi di euro, quasi 1.700 euro in più per ciascun cittadino. Ma la cifra forse più interessante di tutte è quella relativo al rapporto tra debito e Pil della Regione Veneto, pari all'84% (contro il 134,8% dell'Italia, il 107,3% del Centro Italia e addirittura il 266,3% del Sud Italia). Il rapporto debito-Pil dell'area euro è del 95,5%, quello della Germania al 79,6%, della Francia al 93,5 per cento. Cifre, insomma, che solleticano la voglia di indipendenza dei veneti.
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Cresce la voglia di uscire dal tunnel di una crisi senza fine per tornare a vivere nella normalità, ma cresce pure la voglia di “staccarsi” da chi si ritiene un peso morto: 100mila firme raccolte in appena due giorni per l'indipendenza del Veneto nei gazebo allestiti dal Carroccio in tutta la regione. Non sta nella pelle Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, che ringrazia i militanti e i cittadini: "La Lega c'è, la Lega corre, ma non solo la Lega. Tanta gente ai gazebo, al di là delle ideologie politiche per quello che è il futuro. Quest'anno - ha chiosato - ci saranno i referendum per l'indipendenza in Catalgona e in Scozia, e io spero che il Veneto faccia da apripista in Italia". La Lega Nord, cifre alla mano, mostra la sua voglia di "staccarsi" dallo Stato centrale. Una convinzione che viene rafforzata anche da altre cifre diffuse dal centro studi e indagini della Liga Veneta. Fari puntati sul debito pubblico italiano, al 130% del Pil, e che "sottrae circa 85 miliardi di euro all'anno per il pagamento degli interessi". Lo studio ricorda la centralità della questione del debito, che in base agli accordi-capestro stretti con la Ue "dovrà essere progressivamente ridotto fino a portarlo alla soglia del 60% del Pil". Il report sottolinea poi come "alle Amministrazioni locali è imputabile appena il 5,2% del debito pubblico" complessivo, il 94,8% è imputabile alle amministrazioni centrali! La proposta del centro studi, che viaggia di pari passo con la proposta di indipendenza del Veneto, è quella di "regionalizzare" il debito. In un simile scenario, il Nord Italia "si accollerebbe una quota di debito pubblico centrale pari a 734 miliardi di euro (il 36,8% del totale)", contro i 331 miliardi del Centro (16,6%) e i930 miliardi del Sud (il 46,6%). Nel dettaglio, per il Veneto, la quota di debito territoriale, ossia il "prezzo dell'autonomia", è pari a 117 miliardidi euro, pari a 23.928 euro procapite. "In linea teorica - spiega il comunicato - questa cifra potrebbe costituire il 'costo' di una totale autonomia della Regione dallo Stato centrale italiano). Lo studio sottolinea anche che "la quota di debito statale attribuibile al Veneto nel giugno 2012 era di 109 miliardi di euro: in un anno e mezzo, dunque, il 'prezzo della libertà' per il Veneto è aumentato di ben 8 miliardi di euro, quasi 1.700 euro in più per ciascun cittadino. Ma la cifra forse più interessante di tutte è quella relativo al rapporto tra debito e Pil della Regione Veneto, pari all'84% (contro il 134,8% dell'Italia, il 107,3% del Centro Italia e addirittura il 266,3% del Sud Italia). Il rapporto debito-Pil dell'area euro è del 95,5%, quello della Germania al 79,6%, della Francia al 93,5 per cento. Cifre, insomma, che solleticano la voglia di indipendenza dei veneti.
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