Uno ha un bel dire, no, non è possibile che tutto sia già stato fatto, che ogni cosa detta oggi si poteva dire meglio (o è stata detta meglio) trenta, quaranta, cinquanta anni fa, che il cinema rispetto al teatro o alla musica contemporanea, essendo un'arte relativamente giovane (ma purtroppo capace come nessun altra di invecchiare in fretta), ha la possibilità di dire cose nuove, di cercare in continuazione uno sguardo diverso, più attento, più curioso, meno filtrato, sulla realtà - e i festival in teoria proprio a questo servono, a verificare dove gli occhi sono freschi e voraci - uno ha un bel dire, insomma, che venire qui a Venezia sia come affrontare un corso di formazione, come gettare uno sguardo dal ponte, ma... Ma, porca vacca, quando poi, proprio mentre sei qui, in quello che in teoria dovrebbe essere il tempo presente assoluto del cinema, ti capita di vedere la copia restaurata dei Cancelli del cielo di Cimino nella sua versione originale, quella da quasi quattro ore, allora ogni discorso va a farsi benedire, allora ogni sguardo all'indietro diventa un gesto d'amore, la riscoperta di un respiro, di una potenza di messinscena che oggi sembra irrimediabilmente perduta, quasi fosse colpa, non dei registi, non dei film che si fanno, ma del cinema stesso, o più ancora colpa nostra, incapaci come siamo ormai di liberarci dalle immagini e quindi drammaticamente legati a esse, incapaci, ancora, di ammirarle e desiderosi solo di possederle. Vedere i Cancelli del cielo, è come cercare di comprendere il miracolo del cinema e dell'arte e ovviamente restare inappagati: il mistero che resta, però, è ciò che rende un film immortale. Oggi, forse, abbiamo bisogno proprio di questa immortalità dell'immagine, visto che le nostre, di immagini, le consumiamo nel giro di un secondo e poi ci rivolgiamo ad altro, se qualcosa ancora da fare o qualcosa da recuperare ancora non l'abbiamo deciso.
Magazine Cultura
Uno ha un bel dire, no, non è possibile che tutto sia già stato fatto, che ogni cosa detta oggi si poteva dire meglio (o è stata detta meglio) trenta, quaranta, cinquanta anni fa, che il cinema rispetto al teatro o alla musica contemporanea, essendo un'arte relativamente giovane (ma purtroppo capace come nessun altra di invecchiare in fretta), ha la possibilità di dire cose nuove, di cercare in continuazione uno sguardo diverso, più attento, più curioso, meno filtrato, sulla realtà - e i festival in teoria proprio a questo servono, a verificare dove gli occhi sono freschi e voraci - uno ha un bel dire, insomma, che venire qui a Venezia sia come affrontare un corso di formazione, come gettare uno sguardo dal ponte, ma... Ma, porca vacca, quando poi, proprio mentre sei qui, in quello che in teoria dovrebbe essere il tempo presente assoluto del cinema, ti capita di vedere la copia restaurata dei Cancelli del cielo di Cimino nella sua versione originale, quella da quasi quattro ore, allora ogni discorso va a farsi benedire, allora ogni sguardo all'indietro diventa un gesto d'amore, la riscoperta di un respiro, di una potenza di messinscena che oggi sembra irrimediabilmente perduta, quasi fosse colpa, non dei registi, non dei film che si fanno, ma del cinema stesso, o più ancora colpa nostra, incapaci come siamo ormai di liberarci dalle immagini e quindi drammaticamente legati a esse, incapaci, ancora, di ammirarle e desiderosi solo di possederle. Vedere i Cancelli del cielo, è come cercare di comprendere il miracolo del cinema e dell'arte e ovviamente restare inappagati: il mistero che resta, però, è ciò che rende un film immortale. Oggi, forse, abbiamo bisogno proprio di questa immortalità dell'immagine, visto che le nostre, di immagini, le consumiamo nel giro di un secondo e poi ci rivolgiamo ad altro, se qualcosa ancora da fare o qualcosa da recuperare ancora non l'abbiamo deciso.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
La sarabanda dei falsari archeologici
di Massimo Pittau. Ho letto con attenzione e con vivissimo interesse l’intervista che è stata fatta al prof. Franco Laner, della Facoltà di Architettura... Leggere il seguito
Da Rosebudgiornalismo
ATTUALITÀ, CULTURA, SOCIETÀ -
Un’opera d’arte al mese #8 – L’unione della terra con l’acqua
Ciao a tutti! Eccoci qui con un nuovo appuntamento della rubrica Un’opera d’arte al mese (visto che se mi impegno riesco a non far scadere il mese? XD). Leggere il seguito
Da Ilariagoffredo
CULTURA -
5 film che ispirano 5 viaggi indimenticabili
Il cinema ha l’impareggiabile potere di condurci in città e mondi lontani, pur lasciandoci seduti sul divano di casa o sulla poltroncina di una sala... Leggere il seguito
Da Onesto_e_spietato
CINEMA, CULTURA -
Words in Freedom: la cultura torna a fare notizia.
Da oggi, lunedì 29 giugno, è online il magazine di cultura e società Words in Freedom, una nuova realtà editoriale affacciata sul web e sul mondo. Leggere il seguito
Da Onesto_e_spietato
CINEMA, CULTURA -
La lista della vergogna
Il nuovo sindaco di Venezia, appoggiato da tutto il centro destra, come suo primo atto politico ha ordinato il ritiro delle fiabe “arcobaleno” dalle scuole... Leggere il seguito
Da Cronachedallalibreria
CULTURA, LIBRI -
A Venezia censurati i libri per bambini
Sta accadendo un fatto davvero insolito: i libri per bambini vengono censurati. Questo non in chissà quale paese lontano ma nell’incantevole Venezia. I libri... Leggere il seguito
Da Annare
CULTURA, LIBRI -
Pavimenti laminati: tutto quello che c’è da sapere
La sostituzione di un vecchio pavimento a piastrelle con una superficie in legno rappresenta un'esigenza estetica comune, spesso dettata dalla necessità... Leggere il seguito
Il 27 novembre 2025 da Nicolasit
LIFESTYLE





