Venezia 71.: Giorno 5
Dopo il ciclone Al Pacino il Lido riprende i suoi ritmi. La quinta giornata del festival si apre all’insegna del secondo film italiano in concorso, “Hungry hearts” di Saverio Costanzo, che convince pienamente la platea dei critici quattro anni dopo la tiepida accoglienza riservata a “La solitudine dei numeri primi”. Applausi a scena aperta e commozione per un film girato interamente in inglese, un vero e proprio ‘horror’, come già lo definisce gran parte della stampa, sulle ossessioni alimentari di una madre, Mina (Alba Rohrwarcher), verso il proprio figlio. Vegana da anni è convinta infatti di doverlo proteggere da alcuni cibi; suo marito Jude (Adam Driver) la asseconda, fino a quando non si ritroverà a dover fare i conti con un figlio in pericolo di vita.
Ma oggi è anche la volta del francese “Loin des hommes” di David Oelhoffen, dramma sulla guerra in Algeria affidato alle peregrinazioni di Viggo Mortensen, insegnate solitario in fuga insieme al dissidente Mohamed. Tratto dal racconto di Albert Camus, ‘L’hôte’, il film di Oelhoffen promette di essere “un western non convenzionale immerso nella storia europea, sullo sfondo delle alture nordafricane, ma pur sempre un western: fedele ai codici del genere, con colonizzatori e colonizzati, un prigioniero da scortare in una spirale di violenza”.
Ad evocare l’epopea western è anche il turco Fatih Akin con “The cut”, terzo e ultimo film del concorso di questa giornata. Il regista de “La sposa turca” affida il suo personalissimo racconto del genocidio armeno all’odissea di un uomo Nazaret Manoogian (Tahar Rahim) che per ritrovare le sue due figlie scampate all’orrore dello sterminio, si ritroverà a viaggiare incessantemente dai deserti della Mesopotamia, alle strade traboccanti di vita di Cuba, fino alle prateria del Nord Dakota.
Sorprese anche dagli outsider delle sezioni parallele. A rubare la scena ci penserà Ami Canaan Mann, figlia di Michael Mann, che torna al Lido a due anni dal suo debutto con il poliziesco “Le paludi della morte”: questa volta lo fa con “Jackie a Ryan”, una commedia sull’America dei giorni nostri vissuta attraverso l’incontro fortuito tra un cantante folk, Ryan – zaino in spalla e banjo sempre al suo fianco – e Jackie, una ex cantante country impegnata a lottare per la custodia di sua figlia.
Riflettori poi su quello che si annuncia come il vero film evento di questa Mostra: “Belluscone, una storia siciliana”, l’ironico excursus con cui Franco Maresco racconta il lungo solido rapporto tra Berlusconi e la Sicilia.
di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net
Foto di Federica De Masi per Oggialcinema.net