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Venezia è un pesce

Creato il 08 marzo 2013 da Povna @povna

Vorrebbe avere il tempo per scrivere della gita in modo ampio, ma quello che vorrebbe raccontare è molto (la loro bellezza, per esempio, mentre ciondolano ormonali per le calli di Venezia, mulinando braccia e gambe; ma anche la fornace del vetro antico che compone i bicchieri soffiati uno per uno, 900° e 28 paia spalancate di occhi tondi; e la ricerca del supermercato “per comprare i panini – e anche du’ troiai, professoressa – così si risparmia, invece di sprecare i soldi in giro”; oppure Cirillo Skizzo che si ammala, fulminante, e che viene curato da un infermierone di eccezione, ma solo se non glielo fai notare e non lo guardi – ché mettere in mostra il suo lato bello è qualcosa che dice sempre strano, a Weber). Il tempo invece stringe. Perché ci sono tante cose da preparare a scuola, lezioni, e compiti da correggere (e un bando, l’ennesimo, da compilare e concludere, domani pomeriggio, con il collega Barone Rosso, che pare un acquisto interessante – così come a volte capita con Trasfigurazioni). Ma anche impegni per l’altro mondo (e una conferenza che porterà nuovamente a Venezia la ‘povna il mese prossimo); progetti per l’Amico Scrittore; e il compleanno dell’Altra: il lungo marzo è così, e va preso come viene.
Non poteva però lasciare passare il venerdì del libro come se niente fosse. E allora la ‘povna rimedia con la segnalazione di un libretto che ha accompagnato in gita lei e l’Ingegnera Tosta: appunto Venezia è un pesce, di Tiziano Scarpa – piacevole non-guida della Serenissima, che propone una serie di itinerari divertenti, condotti con una sufficiente dose di consapevolezza letteraria.
Attraverso un percorso che è prima di tutto sul valore ‘meta’ (in ogni senso: letterario, architettonico, antropologico, storico-artistico) di Venezia, Tiziano Scarpa costruisce un invito a perdersi nella città sul mare seguendo l’idea del labirinto. Perché, si sa, nessuno arriva mai esattamente dove si immaginava, mentre si aggira per Venezia; anche se nello stesso tempo vale il principio che “chi non cerca, trova”. Tra un aneddoto biografico e una citazione colta, l’itinerario di Scarpa si snoda seguendo le parti del corpo e i sensi: Piedi, Occhi, Cuore, Orecchie, Bocca, Naso; e così via. Si parla di un tasso di bellezza così elevato da diventare radioattività allo stato puro, che stordisce (secondo una variazione su Stendhal e la sua omonima sindrome), ma anche di notazioni linguistiche (e le differenze tra i “campi”, e le “calli”, e quell’unica “piazza”). Si parla di cibo da scoprire, di veneziani doc e veneziani di adozione, personaggi letterari e anche turisti illustri: in una passeggiata letteraria che può essere ripresa sul campo. Perché Venezia, è questo il messaggio finale, un po’ serio e un po’ ironico, è insieme realtà e finzione, concretezza e sogno allo stato puro.
La ‘povna e l’Ingegnera Tosta hanno parlato a lungo del pesce ai Merry Men, in questi giorni, condividendo con loro i segreti di quanto avevano scoperto. E quando alla fine sono tornati indietro, nella pioggia, si sono resi conto, senza stupirsi troppo, che a tutti loro ne era rimasto addosso almeno un pezzettino.


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