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Venivano tutte per mare - Julie Otsuka

Creato il 19 febbraio 2012 da Pupottina
Venivano tutte per mare - Julie OtsukaCariAmici Blogger,"nessuna parola di questo libro cade nel vuoto. Tutte colpiscono al cuore". Pocopiù di un centinaio di pagine hanno saputo descrivere e raccontare lasituazione femminile di molte donne giapponesi negli anni Trenta e Quaranta delNovecento. A dar voce alle loro storie è la pluripremiata Julie Otsuka,californiana, ma di origini asiatiche, autrice di questo bestseller ormaiconsiderato un classico contemporaneo.Venivanotutte per mare è un romanzo intenso, corale, vibrante, profondamentedrammatico, che narra la storia di donne, rimaste sconosciute e unite da ununico destino che le ha classificate nella categoria delle “Spose infotografia”. Erano donne che abbandonavano il loro Paese e si imbarcavano carichedi speranze e di sogni alla volta delle coste americane, meta in cui avrebberoconosciuto di persona il loro futuro sposo e quella che sarebbe diventata laloro vita segnata da un destino sempre diverso da come se lo erano aspettato.Lasciavano famiglie umili convinte di sposare uomini che le avrebbero portatead un’ascesa sociale che veniva disillusa dalla cruda realtà del lavoro deicampi e da altre mansioni umili e si ritrovavano a vivere una vita peggiore diquella da cui erano fuggite e dove i loro sogni venivano spazzati via, i lorocuori venivano infranti e la loro esistenza diventava un nulla che sisusseguiva un giorno dopo l’altro, mentre tentavano di sopravvivere al lorotriste destino.VOTO9
Chi non ha lettoquesto libro ed ha intenzione di farlo, noncontinui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti,unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.
Venivano tutte per mare - Julie OtsukaUn’altrascrittrice non avrebbe saputo raccontare in maniera così coinvolgente unastoria tanto delicata, intima, che appartiene ad una moltitudine di donne, aduna generazione intera, quelle delle immigrate negli Stati Uniti nel periodo incui gli stranieri ed, in particolare, i giapponesi non erano ben visti dagliamericani. La discriminazione razziale era molto forte.Perraccontare le loro misere esistenze, Julie Otsuka non sceglie una particolarefigura femminile, ma le accomuna tutte in una narrazione corale, dove un “noi”sempre presente dipana in un filo unico le tante vite che formano la matassaaccomunata dalla tristezza di un destino senza sogni e speranze. Ogni tantoesce fuori un nome da un groviglio di esistenze sofferenti, ma non per questomeno combattive nel loro tentativo quotidiano di combattere per sopravvivere aduna società che non le accetta, le considera diverse, umili e di una razzadiversa, da escludere. Gli anni della Seconda Guerra Mondiale segneranno lafine delle anime deportate in luoghi non precisati. Ciò avviene a causa dellevicende storiche che vedono su due fronti nemici il Giappone e gli Stati Uniti.Quando inizia la deportazione del popolo giapponese che viveva e lavorava inAmerica, la narrazione corale cambia. A narrare non è più il gruppo delle donneche “Venivano tutte per mare”, ma diventa quello, sempre corale, degli abitantidelle città da cui i giapponesi sparivano.Soltantootto capitoli (“Venite, giapponesi!”, “Prima notte”, “Bianchi”, “Bambini”, “Ifigli”, “Traditori”, “Ultimo giorno” e “La scomparsa”) per un totale di pocopiù di cento pagine per raccontare vite vissute che non vogliono essereannientate come, invece, è accaduto. Ogni capitolo raccoglie un argomento e loapprofondisce, sempre mediante il racconto corale e seguendo un arco temporale in evoluzione.Ilracconto serve a non dimenticare quella generazione che sembrava essere cadutanell’oblio della storia. La Otsuka, anziché scrivere un saggio che sarebbe potutoessere lunghissimo, quasi interminabile, tante erano le testimonianze e ireperti che aveva raccolto, ha pensato bene di riassumere tutto in unanarrazione coinvolgente e intensa verso un destino segnato fin dall’inizio, dicui il lettore è già ben consapevole fin dalle prime pagine. Mano a mano lesperanze di cancellano, le vite delle donne si trasformano grazie alla crudarealtà che devono affrontare e tutte, chi prima chi dopo, sono destinate acrollare.Lacopertina sembra raccogliere quelle che erano le loro grandi speranze, primache la realtà delle loro esistenze la cancellasse.Mi èpiaciuto molto questo libro che si legge scorrevolmente. La narrazione in primapersona plurale non stanca, ma rende il racconto più incisivo, commovente,accorato e disperato.
Voi, l'avete letto? Vi è piaciuto?

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