Antonio Conte
di Antonio Conte – Venosa. Il turismo è sempre stato un tema calcato dagli attori politici nella Città d’Arte e del Vino Aglianico del Vulture. Forse si fanno pochi seminari e si danno poche informazioni ai cittadini sull’importanza di fare bella figura con i turisti, che dovrebbero essere accolti e rispettati come fossero ospiti delle nostre case. Riconoscerli è tra l’altro facile: ci sono vari tipi di turista, l’emigrato che ritorna, l’emigrato che non se ne mai andato, quello che viene per la prima volta, quelli portati, quelli che ci devono venire, ecc.
Fare distinzione forse, è importante come definire le politiche turistiche del marketing, forse un punto di partenza è un ufficio turistico affidato a privati, coordinato dall’Amministrazione Comunale.
Forse ancora, togliere la biancheria ed il filo per stenderla nei mesi di maggiore affluenza turistica si potrebbe fare, ma andrebbe spiegato ai cittadini. Sedere al fresco fuori casa, su una sedia, magari il turista della città non lo capisce fino in fondo. Ma, lui non capirebbe neanche fare 100 metri per comprare il pane in un forno locale, o mangiare dei pomodori dell’orto di proprietà o fare pochi passi per andare a scuola o al lavoro.
In fin dei conti, il venosino qualcosa potrebbe farlo, qualcos’altro potrebbe farlo invece, il turista: comprendere meglio la realtà che vive nelle sue visite e smetterla di pensare che tutto gli sia dovuto o che tutto debba essere configurato come lui crede. Dopotutto la nostra “Casa d’Orazio” l’abbiamo conservata per oltre duemila anni e come meglio abbiamo potuto ed ora è comunque visitabile ed anche gratuitamente.
Sono sicuro che se dei turisti chiedessero dell’acqua per vincere la fatica, chi abita la vicino, non gliel’avrebbero certamente negata.
Orazio ed i venosini vivono una relazione di quotidiana compresenza e sedere su una sedia appena fuori casa, a due passi dalla Casa del sommo poeta latino, per vincere la calura d’estate e godere di quel delizioso venticello, non ha davvero un prezzo.
Antonio Conte