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“Vent’anni di Russia” al Centro Russo di Scienze e Cultura con N. e E. Narochnickaja

Creato il 30 maggio 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
“Vent’anni di Russia” al Centro Russo di Scienze e Cultura con N. e E. Narochnickaja

Nella maestosa cornice barocca di Palazzo Santacroce a Roma, sede del Centro Russo di Scienze e Cultura, lo scorso 24 maggio si è tenuta una conferenza per presentare Vent’anni di Russia, il primo numero di Geopolitica, la rivista dell’IsAG. L’evento è stato organizzato dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) in collaborazione con il Centro Russo di Scienze e Cultura (rappresentanza in Italia di Rossotrudničestvo, agenzia del Governo federale di Mosca), ed ha rappresentato una preziosa occasione per discutere dell’importante anniversario, esaminando gli scenari attuali e quelli che si prospettano per il futuro delle relazioni tra la Russia e l’Europa, e nello specifico tra Mosca e Roma.

La conferenza è stata introdotta dal direttore del Centro Russo di Scienze e Cultura Oleg Ossipov, al quale sono seguiti i saluti introduttivi del presidente dell’ISAG Tiberio Graziani, che ha illustrato i contenuti del nuovo numero di Geopolitica, di cui è direttore. Alla vivace discussione, moderata da John Laughland, direttore dell’Institut de la Démocratie et de la Coopération di Parigi, hanno partecipato la Presidentessa del medesimo Istituto, Natalija Naročnickaja, il presidente Graziani e la direttrice del Dipartimento “Europa-America” dell’Istituto per l’Informazione Scientifica nelle Scienze Sociali dell’Accademia Russa delle Scienze Ekaterina Naročnickaja.

Fulcro del dibattito è stata la prospettiva storica attraverso la quale si sono osservati i processi intrapresi dalla Federazione Russa, in particolare dal crollo dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). É da qui, ossia dalla transizione politico-economica e sociale, che partono le considerazioni di N. Naročnickaja, alla luce delle quali è emersa l’importanza storico-culturale della Russia all’interno della tradizione europea, seppur mantenendo tratti peculiari. Le due relatrici russe condividono l’idea che Russia ed Europa siano complementari innanzitutto culturalmente, e che conseguentemente siano chiamate a rispondere assieme non soltanto alle questioni ed alle sfide globali e regionali contingenti, ma soprattutto a quelle strutturali nel lungo periodo. Ne deriva, come sostiene E. Naročnickaja, che i rapporti già esistenti tra la Russia e l’Europa, ed in particolare l’Italia, si stiano ulteriormente rafforzando in quasi tutti i settori d’interesse, considerando l’importanza strategica del partenariato multi-livello con l’Unione Europea e dei rapporti bilaterali con l’Italia. Per rafforzare tale tesi in campo bilaterale, e sottolineare come le relazioni strategiche non siano meramente economiche ma coinvolgano le diverse entità in un quadro molto più complesso e sfaccettato, è stata rimarcata l’importanza e la rilevanza delle iniziative che si sono avvicendate lo scorso anno in ambito culturale tra Mosca e Roma.

L’intervento di N. Naročnickaja ha poi toccato i temi dell’attualità in Russia, ricordando il recente appuntamento elettorale che ha segnato il ritorno alla Presidenza di Vladimir Putin, la cui sfida principale durante il terzo mandato sarà quella di mantenere fede al programma elettorale, ossia saper rispondere alle crescenti domande della società civile verso gli immensi problemi sistemici della Russia, come l’iniquità sociale. Una società civile, quella russa, che si sta lentamente trasformando e si sta articolando in termini simili a quella europea, seppur mantenendo caratteristiche peculiari. Lungi dal formulare sterili generalizzazioni che esaminano il fenomeno delle proteste dell’opposizione della società civile in Russia in modo superficiale e a volte quasi strumentale, Natalija ed in particolare Ekaterina Naročnickaja sostengono che l’origine diversificata dei sentimenti ampiamente diffusi tra i manifestanti sia principalmente riconducibile all’insoddisfazione nei confronti di un processo, quello di transizione, che sembra ristagnare nei problemi interni e globali. Alla luce degli attuali avvenimenti, entrambe le relatrici hanno inoltre rilevato la sempre più probabile ascesa della tendenza eurasiatica della Russia, prospettando scenari sostenuti anche da Tiberio Graziani. Quest’ultimo ha pertanto sottolineato come l’asse mondiale si stia inesorabilmente spostando da quello che ne è stato il centro (gli USA) alla periferia orientale, ossia l’(Eur)Asia.

Il dibattito è stato reso ancor più vivace da una domanda dal pubblico rispetto ad un raffronto sull’evoluzione della democrazia in Italia, in Europa ed in Russia. All’avvicendarsi dei relatori in merito, sono state citate anche le visioni distorte dell’Occidente nei confronti della democrazia, come l’esportazione della stessa attraverso pratiche belliche. N. Naročnickaja, infine, ha concluso la discussione citando A.S. Puškin, il padre della poesia e della letteratura russa, auspicando un graduale consolidamento dei processi intrapresi dalla Russia, delle relazioni internazionali e di quelle bilaterali con l’Italia.

Avendo cercato di indagare in profondità le origini dei processi intrapresi dalla Federazione Russa in questi primi vent’anni dalla sua istituzione, e d’analizzare gli elementi di complementarità tra la Russia e l’Europa e di affinità tra la Russia e l’Italia, la conferenza ha egregiamente svolto la sua funzione, stimolando nel pubblico rilevanti spunti di riflessione riguardo tali temi e soprattutto per gli sviluppi futuri.

(Serena Bonato)


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