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"vento divino" contro il mostro nucleare: celebrando gli eroi di fukushima

Creato il 25 marzo 2011 da Alessandro @AleTrasforini

Li hanno etichettati in ogni modo, da dead man walking  a morti viventi.
Ciò che conta è che stanno lottando, giorno dopo giorno, per provare ad accellerare le procedure di raffreddamento di quei reattori surriscaldati dentro la maledetta centrale di Fukushima.
Chiamateli martiri, chiamateli eroi moderni: costretti a darsi continuamente il cambio per resistere all'interno di quell'ambiente proibitivo, non stanno smettendo di provare ogni rimedio possibile per avviare un minimo raffreddamento.
Giocano anche con il rischio di espolosione derivante dalle immani pressioni che vanno registrandosi dentro i reattori; stanno monitorando costantemente ogni minimo parametro vitale della centrale divenuta spettrale.
Se ancora l'inevitabile è stato ritardato, larghissima parte del merito va a loro.
Incidenti periodici e continue emissioni di radiazioni stanno rallentando il processo; nel mentre si lotta per impedire la fuoriuscita di combustibile radioattivo.
Il rischio di contaminazione ambientale è immane, soprattutto se concentrato alla provincia di Tokyo che conta circa 35 milioni di persone. Tra combustibile d'uranio e cosiddetto mox, i rischi sono potenzialmente devastanti.
Il codice di emergenza è, proprio in questi momenti, al vaglio degli esperti: si sta infatti rivalutando la possibilità di immettere una pericolosità pari a 6, ricordando che il massimo di 7 venne raggiunto solo dalla tragedia di Chernobyl.
Sotto stretta sorveglianza rimane il reattore 3, contenente 170 tonnellate di combustibile nucleare formato da mix di plutonio ed uranio altamente radioattivi.
Pennacchi di fumo bianco e nero si innalzano dalla centrale della morte, mentre il tasso di radioattività sta esplodendo.
Sullo sfondo, questi eroi stanno provando con ogni mezzo a minimizzare il danno.
Solo ieri tre tecnici sono stati esposti a radiazioni di circa diecimila volte superiori a quelle già nocive contenute nell'acqua del reattore, in condizioni produttive ritenute normali: tutto questo per provare a diminuire la temperatura internamente al reattore 3. La domanda, a questo punto, è una sola: quanto rischiano questi eroi?
In termini reali e non efferati, la loro stessa vita. Si pensi semplicemente a questo: ipotizzando una radiazione media con quella registrata nel reattore 2 pari a circa 500mSv (millisievert, unità di misura dell'indice di radiazione), è possibile fare un confronto con altre quantità di radiazioni esercitate sul nostro corpo per attività normali. 
Assumendo per esempio una normale radiografia, si registrano immissioni di radiazioni pari a circa 1/4 mSv.
Con una radioterapia, invece, si raggiungono indici di radiazione prossimi a circa 10/40 mSv.
Altro fattore preoccupante consiste nella quantità temporale di esposizione alla radiazione: stando alle ultime stime, servirà almeno un mese per avere la situazione sotto controllo: in questo contesto, questi silenziosi eroi marciano tra raffreddamenti e corrente elettrica da ripristinare.
L'allarme riguardo le zone da evacuare riguarda persone prossime ad un raggio di circa 30 chilometri dalla centrale: basti anche questo per pensare a ciò che potrà accadere a questi straordinari kamikaze (positivamente intesi, nds).
Si pensi che circa 4Sv assorbiti nell'arco temporale di una settimana conducono a morte sicura in almeno il 50% dei casi; si colleghi il tutto anche al fatto che il lavoro loro dovrebbe attestarsi attorno ad almeno 45-50 giorni.
Alla luce di ciò, qualsiasi risposta possibile è sprecata.
Sullo sfondo, la lotta straordinaria di questi temerari e stupendi volontari. Turnandosi non si risparmieranno esiti infausti: comunicano con il mondo attraverso internet, facendosi implorare dalle figlie su Twitter per un ritorno a casa.
Nonostante tutto, non mollano. Continuano a combattere, dentro questa centrale di morte.
Un pensiero, ai termini speriamo positivi di questa vicenda e dell'era nucleare, dovrà andare anche a loro.
Eroi straordinari, niente altro.
I kamikaze della centrale nucleare di Fukushima Daiichi
per saperne di più:
http://www.ecoblog.it/post/12329/a-fukushima-daiichi-ancora-un-mese-di-lavori-per-raffreddare-i-reattori-nucleari
http://www.galileonet.it/articles/4d8b179172b7ab25d1000017
http://www.ilpost.it/2011/03/25/a-fukushima-si-teme-la-rottura-di-un-reattore/


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