VENUTI ALL’ALBA
Il tramonto dell’Occidente | Il nuovo album di Mario Venuti
di Lillo Portera
Con Il tramonto dell’Occidente il cantautore catanese Mario Venuti giunge all’ottavo album di inediti, a vent’anni di distanza dal debutto solista con Un po’ di febbre. L’ultimo lavoro in ordine di tempo risale al 2012 (L’ultimo romantico). “…Dal balcone, l’altro giorno, ho visto uno studente rovistare nella spazzatura. Nelle liste elettorali leggo nomi di maiali”: con queste parole si apre la prima traccia del nuovo disco, parole che già lasciano intendere il tenore e lo spessore dell’intero lavoro.Il tramonto dell’Occidente è un progetto ideato, scritto e musicato da Mario Venuti, Francesco Bianconi e Kaballà. I testi – soprattutto quelli dei brani Il tramonto, Ite missa est e Ciao American Dream (quest’ultimo un adattamento di Ashes of american flags di J. Tweedy e J. Bennet) descrivono una contemporaneità alla deriva, generazioni sospese e sovrapposte costrette a convivere ne Il ventre della città (“Vite di quartieri venuti male, la tangenziale, la ferrovia, le notti insonni girando in auto per la sacra periferia. Storie di Corviale, di Quarto Oggiaro, di Scampia, di Librino e Zen, sono conficcate come pugnali nel ventre della città”). Gli arrangiamenti, sobri e lineari (al contempo grintosi e a tratti giovanilistici), ammiccano dichiaratamente a certe datate sonorità elettroniche, debitamente riaggiornate, ma senza sforare nella ludicità degli effetti.
Tra le perle del disco I capolavori di Beethoven, in duetto con il conterraneo Franco Battiato (quest’anno molto attivo sul fronte delle collaborazioni). Un’altra bella, e riuscita, collaborazione è quella con Alice nel brano Tutto appare. Le contaminazioni dell’elettro-pop fanno da leitmotiv a tutto il lavoro; fa eccezione il brano vagamente nonsense Perché? che apre e chiude una breve parentesi di scarabocchio d’autore (il brano è composto da vari “samples” tratti dal repertorio discografico di Venuti, e da frammenti orchestrali tratti dal progetto “Concerto all’aperto” di Giorgio Federico Ghedini). Non dall’alba al tramonto ma, viceversa, dal tramonto all’alba: certi toni più estremi della prima traccia Il tramonto (“Ogni impero si conclude senza rulli di tamburi, solo ruberie e volgarità”) si stemperano nelle note di speranza della traccia di chiusura L’alba (“Io sto camminando verso l’alba… Prendo più coscienza, cerco me”). Tra i brani più interessanti del disco spicca la trascinante Arabian boys, arricchita da inserti sonori arabeggianti.
La sanguigna terra di Trinacria rivive nell’accorata Passau a cannalora, cantata in dialetto siciliano: “Putissi fari oru di tutta ‘sta munnizza”, quasi una preghiera all’amata sant’Agata (Aituzza, bedda Aituzza). Nel booklet del disco campeggia una fotografia del cantautore intento a scrivere su una vecchia Olivetti. Il testo è quello di una vera e propria profezia apocalittica. Eccone alcuni significativi stralci: “Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino! Oh Ragazzo Selvaggio di questo Occidente, ascolta i dieci squilli di tromba degli Angeli dell’Apocalisse! (…) Il Mondo finirà quando gli Chef Stellari da palinsesto televisivo, ormai annoiati dal troppo cucinare e giudicare, cominceranno a mangiarsi con gusto fra di loro. (…) Il Mondo finirà quando si cominceranno a cantare cose troppo stupide per essere dette (quindi è già finito). (…) Il Mondo finirà quando la Classe Politica di ladri e corrotti sarà spazzata via e i Movimenti che la sostituiranno, superati gli obsoleti concetti di destra e sinistra, faranno la pizza con le Stampanti Tridimensionali (quindi è quasi finito). (…) Il Mondo finirà perché l’Uomo non sarà in grado di fare la raccolta differenziata delle proprie emozioni (e quindi è già finito da un pezzo).” Il momento più alto del disco è certamente Il banco di Disisa, un brano dai delicati toni favolistici, sognanti, fortemente evocativi. Il tramonto dell’Occidente (Believe Digital Records / Musica & Suoni / Microclima) è disponibile nei formati cd e vinile.Lillo Portera
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Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 21 – Dicembre 2014.
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